Pizzo serata Tatanka

A Roma, durante la Prima nazionale, il regista calabrese Giuseppe Gagliardi l’aveva promesso a Magda Primerano, Vera Bilotta, Maria Laura Fiumara e ad Antonietta Villella di Lanterna Magica: “verrò a Pizzo per presentare Tatanka…”. ed eccolo Gagliardi, sarà in platea dopo la proiezione del suo ultimo film, per rispondere alle domande dei soci componenti il Circolo del Cinema Lanterna Magica di Pizzo. L’appuntamento è per domenica 6 novembre 2011, alle ore 18.30 a Pizzo Marina, presso la sala proiezioni del Museo della Tonnara, ed è il primo incontro ufficiale previsto dal programma della rassegna cinematografica 2011-2012 organizzata dal circolo napitino presieduto da Antonietta Villella. Il regista, i soci del circolo e il film, cento minuti di un lavoro cinematografico tratto dal libro “La bellezza e l’inferno” di Roberto Saviano, una finestra aperta come ferita all’interno dei feudi più inviolati della camorra, in una terra troppo spesso graffiata, bollata e dilaniata da una sanguinosa guerra che definire cruenta è dire poco. Un lavoro filmico interessante che ha come traccia le tante palestre di pugilato della Campania viste come luoghi di resistenza ai clan. Il regista ha girato con uno stile tutto personale e con il montaggio di Simone Manetti ed in questo film, (opera che si potrebbe definire del “neo-neorealismo”), ci sono ritmi velocissimi e serrati, forti colori, forti sapori e anche rumori forti, dove “i pugni che si sentono sono veri”, precisa lo stesso Gagliardi. E poi c’è il  l’utilizzo del dialetto come lingua che esalta il linguaggio del discutere quotidiano e comune di un luogo, dove c’è gesto, gergo e metafora. La colonna sonora è scritta da Peppe Voltarelli, fraterno amico di Gagliardi, da sempre suo compagno di giochi filmici e sonori. Gagliardi, il giovane regista di  Saracena, è molto legato al circolo del cinema di Pizzo dove più volte è stato ospite assieme allo stesso Voltarelli. Tatanka è l’avventura straordinaria di un ragazzo che riesce a sfuggire a un “destino già predestinato”. Un ragazzo come tanti che, proprio grazie ad un incontro, riuscirà a crescere, ad emanciparsi e riscattarsi. L’incontro è con la violenza controllata della boxe in un  itinerario costruito giorno per giorno, un percorso che lo porterà alla ricerca e, successivamente, ad una vera e propria scoperta. L’itinerario traccia il recupero di “se stesso” in una realtà vicinanza della periferia di Caserta e  poi passando per i ring clandestini della lontananza di Berlino. Un percorso difficile, pieno di intralci, quasi sempre in salita, verso un inaspettato slancio di riscatto. Il film Tatanka è, sin da subito, ring, vita e vitalità, sport forte e sanguigno, muscoli guizzanti e sudore e sangue che schizzano insieme e si mischiano nell’aria surriscaldata, volti tumefatti e devastati in solo un attimo dal contatto fisico, scatti veloci di gambe e di braccia, sul ring ci sono due uomini che si guardano, si studiano con la strategia nascosta nella testa e nei pugni sotto i guantoni, paradenti e acqua in faccia, e poi c’è il gong, le corde e l’angolo rifugio, la bella ragazza in costume sexy con il cartellone del numero del round, i giudici e l’arbitro, e poi c’è la cosa più importante, l’urlo e il calore della folla. Tatanka, il film di Giuseppe Gagliardi, è ambientato a Marcianise, nelle palestre non proprio moderne che diventano comunque scuola, per ragazzi che vogliono imparare la boxe ma che imparano prima di tutto a vivere, ragazzi che comprendono quanto sia importante il sacrificio per crescere, l’onore, la dignità, il rispetto anche per gli avversari e per il maestro di combattimento. Dalla palestra si parte verso un rifiuto, un no scandito con i fatti a quei fin troppo facili ricatti che arrivano dalla miseria del territorio e della criminalità che offre con affascinante semplicità tutto in cambio di tutto te stesso. Clemente Russo, vero pugile, in Tatanka, nel film e al personaggio principale del film, presta il suo vero volto e il suo vero soprannome e disputa, in una sorta di continua finzione costituita e costruita da una vera realtà, dei veri incontri di boxe. Poi ci sono i vicoli e  le stradine assolate, le palestre sgangherate dove manca tutto all’infuori dell’umanità, i paesi e gli altri luoghi… la traccia continua a solcare luoghi di un’Italia che si fa finta, molte volte e troppo spesso, di non vedere nemmeno, quello che non si vede è il non esiste, il chiudere gli occhi collettivo e di tanti. Quando Tatanka fugge in Germania, dove si stabilisce dirigendo un ristorante, la storia cambia quasi di ritmo filmico e sottolinea uno dei tanti isolamenti in terra straniera. La storia continua con gli incontri clandestini di Berlino per poi approdare in un ritorno in Italia, si chiude il cerchio, un cerchio senza retorico trionfalismo, troppo tipico in questi casi, con un futuro della storia lasciato all’immaginazione dello spettatore. Non un finale ma una continuità e una speranza alla vita che si porta fuori dalla sala cinematografica. Giuseppe Gagliardi, al suo secondo lungometraggio è nato a Cosenza il 3 maggio del 1977 è un regista e sceneggiatore, autore di cortometraggi, documentari, film e videoclip musicali. Si è laureato all’Università La Sapienza di Roma con una tesi in Storia e Critica del Cinema. Con il cortometraggio Peperoni ha ricevuto numerosi premi in Italia tra cui il Sacher d’Argento del pubblico ex aequo al festival diretto da Nanni Moretti. Nel 2003 col documentario musicale Doichlanda riceve un Premio Speciale della Giuria nel concorso riservato ai documentari Doc 2003 del Torino Film Festival. Nel 2004 ha firmato il videoclip Stop della band rock italiana Mambassa Il suo primo lungometraggio La vera leggenda di Tony Vilar è stato presentato nel 2006 alla Festa internazionale del cinema di Roma e nel 2007 al Tribeca Film Festival di New York.