Eroi di oggi abbandonano Berlusconi che affonda

Hanno frequentato una scuola d’alta politica fatta di ribaltoni e si salvi chi può gli uomini politici italiani. E lo dimostrano coloro i quali in questo momento tentano di abbandonare la nave di Silvio Berlusconi che affonda in Parlamento. Del resto è stato lo stesso Cavaliere a circondarsi di questi franchi tiratori che sanno benissimo che non è più tempo dei giochetti ma bisogna piuttosto assumersi le proprie responsabilità e proporre serietà e concretezza.

Nel dopo Berlusconi c’è il baratro. Con il Premier c’è la “vergogna” ripetono i franchi tiratori, coloro che oggi si scoprono salvatori della Patria. Ma si sono chiesti cosa è peggio e cosa realmente è meglio.  Si sono interrogati se c’è davvero un’alternativa reale e credibile a questo Governo. La risposta appare scontata ed è un no. Si è visto a piazza San Giovanni a Roma dove Bersani, contrastato apertamente al suo interno, scende da solo in piazza e tende la mano a Casini il quale ancora una volta tratta con Alfano e con lo stesso Bersani e non vuole posizionarsi da nessuna parte. Questa è l’Italia del domani?

Ma veniamo ai venti che vorrebbero azzoppare il Governo Berlusconi. Giustina Destro si è sfilata dal PdL qualche giorno fa. I firmatari della lettera che ha messo in mora il premier mercoledì scorso costituiscono il nucleo chiave del gruppo. Sono Roberto Antonione, Fabio Gava, la Destro, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio e Giancarlo Pittelli. Nessuno di loro si è mosso, nessuno ha ceduto ai ripensamenti. A questa pattuglia bisogna aggiungere Giuliano Cazzola e Giancarlo Mazzuca. Bolognesi, il primo ex sindacalista il secondo ex direttore del Resto del Carlino. Sono in sofferenza e non lo nascondono.

I traditori dell’amico che li ha portati lì e ben ricompensati, sperano in un nuovo governo PdL-Lega ma senza Silvio Berlusconi. Sponsorizzano l’ipotesi Letta. Vacilla un fedelissimo della maggioranza come Pippo Gianni. Il suo partito, il Pid, è stato il più premiato dopo il 14 dicembre con l’assegnazione di un ministero a Saverio Romano nonostante i guai giudiziari. Eppure Gianni non si nasconde e mette nero su bianco il suo disagio. Siamo a quota 9, lontani dalla meta.

I riflettori adesso sono puntati sulla improvvisa defezione di tre responsabili. Giovedì hanno lasciato Popolo e Territorio, il gruppo di Silvano Moffa, Arturo Iannacone, Elio Belcastro e Americo Porfidia. Sono passati al gruppo Misto garantendo la fiducia all’esecutivo. Ma la loro può essere solo una tappa di avvicinamento alla sfiducia. Giustina Destro conteggia anche i tre. Ieri i ribelli consideravano conquistata alla causa anche l’ex olimpionica Manuela Di Centa.

Manca lo sprint decisivo. Michele Pisacane e Antonio Milo hanno già tenuto Berlusconi con il fiato sospeso durante il voto di fiducia del 14 ottobre. Pisacane creò ad arte un po’ di suspence entrando per ultimo nell’aula di Montecitorio. Il loro disagio però è sempre presente. E può portare il gruppo del dissenso a 15 deputati. Ma Cicchitto, Verdini e Alfano sanno che sono molti di più i parlamentari pronti alla fuga. E l’approdo in un gruppo autonomo è sicuramente più appetibile di una frammentazione nei gruppuscoli del maldipancia che si sono formati in queste ultime settimane.

I furbetti del quartiere credono che così Berlusconi li trascini al voto con questa legge elettorale e quindi non li faccia rileggere. E al contempo sognano di arrancare fino al 2013 con Casini e Fini. Contenti loro contenti tutti. Meno che gli Italiani.