GeoItalia, il sottosuolo è una pila ricaricabile

“Geotermia adesso e sempre di più,  in quanto il passaggio dalle energie fossili a quelle rinnovabili è in corso e soprattutto inarrestabile. Il sottosuolo è una pila ricaricabile da potere utilizzare infinitamente”. Si esprime così Carlo Cassaniti, vicepresidente dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia ed esperto del Consiglio regionale delle miniere, direttamente dall’VIII Forum di scienze della terra Geoitalia che si è svolto fino al 23 settembre u.s. a Torino, per parlare di geoscienze applicate allo sviluppo sostenibile.  “Dal carbone al gas fino al petrolio –ha detto Cassaniti -, si sta passando gradualmente alle energie rinnovabili e “pulite” come l’eolico, il solare e soprattutto la geotermia”. Nel corso dell’incontro al Lingotto, sono stati presentati i principali progetti nazionali che interessano la geotermia cioè l’Atlante geotermico e il progetto Vigor – valutazione del potenziale geotermico delle regioni convergenza-, che hanno come obiettivi la caratterizzazione, la classificazione e la mappatura di risorse geotermiche convenzionali e non convenzionali, per la produzione di energia elettrica nelle regioni del mezzogiorno d’Italia. “In particolare –ha sottolineato il vicepresidente dei geologi di Sicilia-, Vigor nasce da una intesa operativa tra il ministero delle Sviluppo Economico e il Consiglio nazionale delle ricerche nell’ambito del Poi “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007/2013”,  ed è finalizzato alla individuazione e alla realizzazione di interventi per ampliare il potenziale sfruttabile di energia geotermica sul territorio delle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia”. Ma veniamo ad alcune cifre. In Italia viene prodotto circa il 10% di energia geotermica su scala mondiale, che ammonta attualmente a 10,7 GW. “Da un rapporto pubblicato dall’agenzia americana Pike Research –ha dichiarato  Cassaniti- si evidenzia uno scenario di crescita significativa del settore con un aumento del 134% del totale della capacità geotermica installata tra il 2010 e il 2020 e il valore del mercato globale geotermico supererebbe gli 11,7 miliardi dollari entro il 2020; la scommessa a livello planetario è il raggiungimento nel 2050 della capacità di produzione geotermica di 140 GW”. Cassaniti, che ha manifestato una unità di intenti con il Cnr e in particolare con quanto espresso da Adele Manzella, coordinatrice del progetto Vigor, ha ricordato anche l’attuale situazione isolana: “In Sicilia si sta già lavorando su due aree ubicate nella porzione occidentale dell’Isola ed in particolare sulla zona di Termini Imerese e la fascia che comprende i comuni di Sciacca, Mazara del Vallo e Alcamo. Il progetto Vigor ha una durata di 24 mesi e, previo ordinamento dei dati esistenti, produrrà tutti gli elementi di conoscenza necessari in merito alla fattibilità tecnica ed economica, per effettuare progetti esecutivi di utilizzo delle risorse geotermiche nelle regioni citate per produrre energia elettrica, condizionamento di ambienti e nell’ambito di ulteriori utilizzazioni in campo industriale, agroalimentare e termale-turistico. In buona sostanza –ha affermato- stiamo assistendo al passaggio dall’idea delle grandi centrali geotermiche di vecchia generazione, alla valutazione di piccoli impianti localizzati in aree potenzialmente vocate allo sfruttamento del calore della terra e che ormai possono essere considerate a impatto ambientale zero”. Cassaniti  conclude auspicando una attenzione sempre maggiore verso le politiche di energia alternativa e soprattutto la definizione in tempi rapidi del quadro normativo nazionale e regionale del settore “che, ancora oggi, presenta non poche lacune come ad esempio i procedimenti autorizzativi per gli impianti a bassa temperatura”.