Francesca Agresta, conferme per il movente sessuale nell’omicidio della ragazza di Gioia Tauro

Tempi brevi per il processo Agresta. La procura di Palmi, competente sul terribile caso di cronaca di Gioia Tauro del 2 luglio scorso, ha deciso di richiedere il giudizio immediato nei confronti di Giovanni Ruggiero, il pensionato calabrese che ha ucciso la figlia naturale Francesca Agresta. Molte informazioni sono giunte dalla memoria del cellulare di Francesca Agresta, che pare confermino la tesi del movente del delitto a sfondo sessuale. L’83enne reo confesso dell’omicidio, infatti, dopo una prima ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Palmi Daniela Tortorella per l’omicidio, è stato colpito da una seconda ordinanza del giudice per le indagini preliminari nella quale la procura gli contesta di avere abusato, nella sua qualità di genitore, pretendendo dalla figlia atti sessuali. Molti dettagli sarebbero giunti dalle intercettazione durante i colloqui in carcere. Proprio durante una visita di uno dei figli, l’83enne avrebbe gli avrebbe detto di recuperare il telefono della ragazza e distruggerlo a martellate fornendo indicazioni al figlio su dove era stato nascosto, insieme agli occhiali da sole di Francesca Agresta. La 24enne, secondo quanto riferito dall’anziano agli inquirenti, era stata uccisa a coltellate nella pineta di Sant’Elia di Palmi, collina che sovrasta la città. Secondo la ricostruzione del delitto, la ragazza sarebbe stata uccisa fuori dall’auto, intorno alle ore 08:30 di mattina del 2 luglio scorso, poi trascinata per circa una decina di metri e gettata in un rovo di spine, dove è stata rinvenuta dai carabinieri di Gioia Tauro (guidati dal capitano Ivan Boracchia) portati sul luogo dallo stesso Ruggiero dopo essersi costituito. Nella versione fornita dall’83enne reo confesso, l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite scoppiata per motivi economici. L’uomo ha dichiarato ai magistrati che la figlia avrebbe preteso sempre più denaro e l’ultima richiesta, avvenuta proprio la mattina del delitto, gli avrebbe fatto perdere la testa e l’avrebbe colpita con un coltello che aveva nella sua auto. Diversa la tesi della procura di Palmi che, nella seconda ordinanza firmata dal gip Tortorella, mette nero su bianco le pensanti accuse nei confronti dell’uomo: “con più azioni esecutive – si legge nell’ordinanza – del medesimo disegno criminoso, con violenza e minaccia ed abusando della sua autorità di genitore, costringeva la figlia naturale Agresta Francesca a compiere e subire reiteratamente e sin da quando quest’ultima era ancora minorenne, atti sessuali contro la sua volontà…abusando delle condizioni psico-fisica della medesima”.