Spalancare la finestra del futuro

di Goffredo Palmerini

Sarà presentato a Massafra in provincia di Taranto, sabato 17 settembre 2011 alle 19:30, presso il Kikau Store in Via Appia, il volume “Spalancare la finestra del futuro”di Francesco Lenoci (Ed Insieme, settembre 2011). Nel libro si parla di giovani come generazione tradita, la più colpita dalla crisi, dalla disoccupazione, dalla recessione. Eppure l’autore confida nei giovani e li invita, con le parole di don Tonino Bello, a “danzare la vita” senza scoramenti. Li esorta, anzi, a farsi organizzatori della Speranza, preparandosi a svolgere ruoli da protagonisti nello sviluppo sociale e civile del Paese, specialmente nel mondo del lavoro, dove occorre essere consapevoli che un bravo imprenditore – allo stesso modo di un bravo comunicatore e di una persona comunque orientata al futuro – “deve sapere, deve saper fare e deve farlo sapere”. Il volume recepisce la lectio magistralis “Discorso ai Giovani nel nome di don Tonino Bello”, svolta da Francesco Lenoci a Molfetta il 18 giugno 2011. L’auspicio dell’autore è quello di riuscire a presentare il libro in tante parti del mondo,  perché c’è una generazione, accomunata dall’informazione globalizzata, umiliata dalla finanza globalizzata, tradita . . . che non può più aspettare una “tripla A” per spalancare la finestra del futuro. Entro il 2011, oltre che a Massafra, sono previste presentazioni a Casarano (Lecce), Barletta, L’Aquila, Padova, Sondrio e Martina Franca (Taranto). La presentazione del volume a Massafra è organizzata dalla famiglia Montanaro, con il patrocinio dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, e sarà introdotta da Donato Montanaro. Relatore sarà Francesco Lenoci, autore del volume, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e vice Presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano. Interverranno l’editore Renato Brucoli, autore di numerose pubblicazioni su don Tonino Bello e Francesco Casulli, attore e regista, che leggerà una meravigliosa preghiera del grande presule pugliese, un profetico Pastore testimone della fede che sapeva parlare al cuore della gente, sopra tutto dei giovani, dei quali è stato ed è un forte riferimento spirituale. Antonio Bello, meglio conosciuto come don Tonino, nacque nel 1935 ad Alessano, in provincia di Lecce. Figlio di un carabiniere e di una casalinga, trascorse l’infanzia ad Alessano, paese agricolo del basso Salento. Dopo gli studi nei seminari di Ugento e Molfetta, venne ordinato sacerdote l’8 dicembre 1957 e incardinato nella diocesi di Ugento Santa Maria di Leuca. Due anni dopo conseguì la licenza in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e nel 1965 discusse la tesi dottorale presso la Pontificia Università Lateranense. Nel frattempo, gli era stata affidata la formazione dei giovani del seminario diocesano di Ugento, del quale fu per 22 anni vice Rettore. Dal 1969 fu anche assistente dell’Azione Cattolica e Vicario episcopale per la pastorale diocesana. Parroco della Chiesa Madre di Tricase (Lecce), testimoniò particolare attenzione nei confronti degli ultimi, sia con l’istituzione della Caritas, sia con la promozione d’un osservatorio delle povertà. Il 10 agosto 1982  da Giovanni Paolo II fu nominato Vescovo delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi e, un mese dopo, anche della diocesi di Ruvo. Ricevette l’ordinazione episcopale il 30 ottobre 1982 dalle mani di mons. Michele Mincuzzi, arcivescovo di Lecce. Il suo ministero episcopale fu subito caratterizzato dalla rinuncia a quelli che considerava segni di potere – per questa ragione si faceva chiamare semplicemente don Tonino – e da una costante attenzione ai poveri. Promosse la costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi, fondò una comunità per la cura delle tossicodipendenze, lasciò sempre aperto l’episcopio per chiunque volesse parlargli e spesso anche per i bisognosi che chiedevano di passarvi la notte. Sua la definizione di “Chiesa del grembiule” per indicare la necessità di farsi umili e agire contemporaneamente sulle cause dell’emarginazione. Nel 1985 la Conferenza Episcopale Italiana lo chiamò a succedere a mons. Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, alla guida di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace. In questa veste si ricordano alcuni suoi vigorosi interventi. Tra i più significativi, quelli contro il potenziamento dei poli militari di Crotone e Gioia del Colle e contro l’intervento italiano nella Guerra del Golfo, quando manifestò un’opposizione così radicale da attirarsi l’accusa d’istigare alla diserzione. Con l’unificazione delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo, nel 1986 venne nominato Vescovo della nuova circoscrizione ecclesiastica pugliese. Nel 1990 fondò con Pax Christi la rivista mensile Mosaico di Pace. Benché già operato di tumore allo stomaco, il 7 dicembre 1992 partì con circa cinquecento volontari da Ancona verso la costa dalmata dalla quale iniziò una marcia a piedi che lo avrebbe condotto dentro la città di Sarajevo, da diversi mesi sotto assedio serbo a causa della guerra civile. L’arrivo nella città assediata, tenuta sotto tiro dai cecchini serbi che potevano rappresentare un pericolo per i manifestanti, fu caratterizzato da maltempo e nebbia. Don Tonino parlò di “nebbia della Madonna”, era infatti l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione. Morì a Molfetta il 20 aprile 1993. Il 27 novembre 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi ha avviato il processo di beatificazione del vescovo pugliese e il 30 aprile 2010 si è tenuta la prima seduta pubblica.