Il sangue e il sole, partigiani del Mezzogiorno 1943-45

Domani, venerdì 26 agosto, nello scenario suggestivo di Torre Marrana di Ricadi (VV), “Spole editoriali o il filo delle parole”, presenta il libro di Saverio Di Bella, Anna Maria Garufi e Placido Currò, edizioni Zaleuco. Il libro farà da leit-motiv allo spettacolo della cantastorie Francesca Prestia Sanguinis effusione, per la celebrazione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La storia, la testimonianza, la memoria, la musica, il canto, il sacrificio e la sofferenza dei tanti calabresi che hanno immolato la propria vita per la libertà e i valori etici e civili della Costituzione, saranno i protagonisti di un memorabile evento, in cui il canto e la rievocazione storica avranno un’unica voce, un unico coro.  La presentazione inizierà verso le 20 e 30 e farà da prologo allo spettacolo della cantastorie Francesca Prestia. “Il futuro preso nelle mani, la sovranità non più delegata: una scelta comune agli uomini di tutte le regioni della penisola, una rivoluzione partecipata consapevolmente perché sentita. Non è questione di retorica, nonostante i termini utilizzati, è storia di sentimenti e di passioni questa, è storia di vittorie dopo “nebbie di tristezza” e “parole sconsolate”, e di orgoglio quando si rileggono le motivazioni che ricordano le medaglie d’oro al valor militare e le lettere dei condannati a morte della resistenza italiana. Storia di idee ed emozioni, austere, tenere, limpide, dignitose, composte, coraggiose. Lacrime, pure, nella speranza di tempi migliori, al cospetto della morte, in una prigione che non sarà mai quella dello spirito. I martiri del Mezzogiorno (dalla Puglia, alla Basilicata, alla Calabria, al Lazio, alla Sicilia), come quelli di Torino, Udine, Milano, come quelli di tutte le zone oppresse dall’occupazione nazista, lasciano “un’immensa eredità di sacrificio”: “hanno insegnato come si resiste, come si combatte, come si muore”, come si vince. Il tempo non cancella l’angoscia della tragicità a cui è andata incontro l’Italia tutta, ne conserva la testimonianza nel volto degli uomini sepolti lontano dalle proprie terre, nel dovere della ferma resistenza incarnata nelle “labbra nude”, nei “corpi abbattuti”, nel credo mai dilaniato dalla pena, nei princìpi morali, sociali, religiosi della democrazia”. Il brano è tratto dalla Introduzione del libro che riprende il filo di un testo scritto negli anni ’80 sempre da Saverio Di Bella e Anna Maria Garufi Resistenza ieri e oggi. Contro il fascismo e contro la mafia. In questo lavoro, per esprimere il moto interiore della ricerca, il significato storico-sociale e il valore civile, si rievocano i versi di Lamento per il Sud scritti nel 1949 di Salvatore Quasimodo. “La luna rossa, il vento, il tuo colore / di donna del Nord, la distesa di neve… / Il mio cuore è ormai su queste praterie / in queste acque annuvolate dalla nebbia. / Ho dimenticato il mare, la grave / conchiglia soffiata dai pastori siciliani, / le cantilene dei carri lungo le strade / dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie, / ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru/ nell’aria dei verdi altipiani / per le terre e i fiumi della Lombardia. / Ma l’uomo grida dovunque la sorte d’una patria. / Più nessuno mi porterà nel Sud. / Oh il Sud è stanco di trascinare i morti / in riva alle paludi di malaria, / è stanco di solitudine, stanco di catene, / è stanco nella sua bocca / delle bestemmie di tutte le razze / che hanno urlato con l’eco dei suoi pozzi / che hanno bevuto il sangue del suo cuore. / Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti, / costringono i cavalli sotto coltri di stelle, / mangiano fiori d’acacia lungo le piste / nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse. / Più nessuno mi porterà nel Sud. / E questa sera carica d’inverno / è ancora nostra, e qui ripeto a te / il mio assurdo contrappunto / di dolcezze e di furori, / un lamento d’amore senza amore”. Ed con lo stesso spirito, con la stessa tensione emotiva e morale che è nato  Il sangue e il  sole. Partigiani del Mezzogiorno 1943-45. La poesia e la storia sono il sangue e il sole di un popolo che non vuole rinunciare di essere protagonista del proprio destino, della propria dignità, della propria libertà e della propria memoria.