Bergamo, per l’Atalanta il baratro della serie B

Stefano Palazzi ha fatto scattare i suoi deferimenti per lo scandalo del calcioscommesse e ora il calcio italiano rischia di essere messo a subbuglio. I capi di imputazione delle 32 pagine di Palazzi (dietro alle quali ce ne sono oltre mille di atti d’indagine) vanno dalla violazione della lealtà sportiva (art.1) fino all’associazione per illecito sportivo (art.9), il dato più impressionante del lungo atto d’accusa del procuratore federale. Ma in attesa delle richieste di Palazzi, che avverranno di fronte alla Disciplinare nel processo sportivo imminente, codice di giustizia sportiva alla mano le pene possibili – in caso l’impianto accusatorio venga convalidato dai giudici – sono chiare e pesantissime: dai tre anni di squalifica minima rischiati da Cristiano Doni, capitano e simbolo dell’Atalanta, fino alla posizione del suo club. L’Atalanta è accusata di responsabilità oggettiva e presunta per i comportamenti dello stesso Doni e di Manfredini in due partite diverse (Atalanta-Piacenza e Ascoli-Atalanta), e poiché ai due giocatori è imputato l’illecito sportivo la società rischia da un minimo di una penalizzazione al massimo dell’esclusione dal campionato di competenza. In serie A, più lieve appare la posizione del Chievo: il club veronese è stato deferito per responsabilità oggettiva di Stefano Bettarini, accusato di mancanza di lealtà sportiva per aver scommesso su due partite (Atalanta-Piacenza e Inter-Lecce) a risultato “sicuro”. La particolarità è che Bettarini, ex oramai da sei anni, risulta a Palazzi tesserato per il Chievo. La società, dal canto suo, ha giustificato il particolare del tesseramento, avvenuto nello scorso campionato, come una semplice operazione di immagine. Il Chievo non ha voluto entrare nel merito dell’accordo. Il giocatore era stato visto qualche volta nel campo di allenamento del Chievo, ma nessuno aveva di fatto ufficializzato l’intesa. Trapela comunque una certa soddisfazione per il fatto che appare chiarita l’estraneità da ogni vicenda, come lui stesso aveva ribadito più volte, del capitano Sergio Pellissier, che era stato ascoltato nel corso dell’inchiesta. Tra i tre club di B, il Sassuolo affronta solo la responsabilità oggettiva dell’omessa denuncia di un suo giocatore, Quadrini, così come il Verona per quella del ds Gibellini. Più complicata la posizione dell’Ascoli. La sua è responsabilità oggettiva per i comportamenti di Sommese e Micolucci in quattro casi, due dei quali sono per ‘associazione per illecitò e “illecito sportivo”: anche qui, il rischio di sanzione è alto. Ravenna e Alessandria sono invece gli unici club deferiti per responsabilità diretta. In questo caso, sempre se le accuse saranno confermate, il rischio di sanzione minima è l’esclusione dal campionato di appartenenza. A rischiare un minimo di tre anni di squalifica, oltre a Doni, sono anche Beppe Signori (ex calciatore e all’epoca tecnico di prima categoria), Marco Paoloni (portiere ex Cremonese) Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci (Ascoli), Thomas Manfredini (Atalanta), Antonio Bellavista (ex Bari). C’è da registrare infine la grande soddisfazione in casa Siena per il mancato deferimento della società bianconera, che era stata coinvolta per la partita con il Sassuolo del 27 marzo scorso. Il procuratore Palazzi non ha emesso alcun rinvio a giudizio nei confronti di suoi tesserati. Il presidente Massimo Mezzaroma, sul sito internet della società, esprime il proprio compiacimento: “Ci eravamo dichiarati da subito estranei a ogni fatto e siamo sempre stati sicuri che il lavoro dei magistrati avrebbe escluso con la massima chiarezza ogni coinvolgimento dell’Ac Siena”. Da più parti, nei giorni in cui era venuto fuori lo scandalo scommesse, si era parlato di promozione a rischio. Mezzaroma si gode ora la rivincita.