Gioia Tauro, la rabbia degli alluvionati. Domani bloccheranno i treni? Nel 2006 un precedente a Vibo Valentia

Il due novembre 2010 la città di Gioia Tauro è stata messa in ginocchio dalla terribile alluvione della quale sicuramente porterà con sé i segni per tanto tempo. L”esondazione del fiume Budello ha trasformato la periferia nord dell’area urbana del popoloso centro reggino in un immenso lago. Stravolti da acqua e fango che si sono abbattuti sulla statale 18 e in via Valle Amena, il quartiere Tre Palmenti ed il rione Fiume, nel giro di pochi minuti: 119 le abitazioni evacuate e danneggiate, 41 le aziende commerciali ed artigianali che hanno dovuto sospendere la propria attività, 32 le richieste per danni a beni mobili, 28 le richieste per danni a terreni e beni immobili. Le persone che hanno pagato le conseguenze dell’alluvione sono state circa 250; buona parte ha fruito da subito di una sistemazione pur provvisoria, ma andata avanti per diverse settimane, in alberghi cittadini e del servizio mensa allestito presso la tenda geodetica di Eranova. A distanza di nove mesi, le popolazioni alluvionate si sentono abbandonate e domani si ritroveranno presso la stazione ferroviaria per manifestare il loro disappunto. Ci saranno con loro movimenti politi, i sindacati, la Confcommercio, tutto il territorio. Intanto da palazzo di Città l’Assessore alle attività produttive, Gaetano Condello, prova a stemperare gli animi annunciando un incontro alla Regione per il prossimo lunedì, alle ore 11:00 a cui potrà partecipare una delegazione della aziende vittime dell’evento calamitoso, con la presenza di un funzionario di Fincalabra, “per specificare lo stato dei lavori in atto ed i possibili strumenti per l’accesso a forme di credito, in considerazione delle esigenze degli imprenditori. L’occasione sarà di certo un’ulteriore garanzia nei confronti chi sta vivendo ancora in prima persona gli effetti legati alle difficoltà del ripristino delle attività, nonché momento di confronto e dialogo nell’individuazione di soluzioni efficaci per le fasi di star up che le aziende, dopo la tragedia, di apprestano ad effettuare”. Ma alla popolazione di Gioia Tauro le parole e le promesse non bastano più. Basta pensare come è finito il Porto di Gioia Tauro che tra Apq e tavoli ha registrato la perdita di quasi 500 posti di lavoro solo tra i lavoratori diretti. Le parole non bastano sul fronte sicurezza in una Piana dove si è tornato ad uccidere in pieno giorno. Ebbene domani ci sarà un presidio permanente alla stazione ferroviaria. Sfocerà in una protesta eclatante? Ci sarà il blocco della stazione o l’occupazione dei binari? Una protesta simile si verificò in Calabria a Vibo Valentia subito dopo l’alluvione del 2006. Gli alluvionati vibonesi esasperati occuparono i binari della stazione ferroviaria di Vibo Valentia Pizzo. Vedremo domani cosa accadrà…