Melito Porto Salvo, confiscati 7 milioni a Terenzio Antonio D’Aguì

La Dia ha confiscato beni mobili ed immobili per un valore di sette milioni di euro ad un imprenditore di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Terenzio Antonio D’Aguì, di 50 anni, accusato di essere un affiliato alla ‘ndrangheta. D’Agui’ nel 2009 e’ stato condannato a sei anni di reclusione dal gup di Reggio Calabria per associazione mafiosa nel processo scaturito dall’operazione ”Bellu Lavuru”, che porto’ all’arresto, complessivamente, di 41 persone, ed e’ tuttora detenuto. Terenzio D’Agui’ e’ titolare di un’impresa che si e’ aggiudicata, tra l’altro, gli appalti, per un importo di sette milioni di euro, per la fornitura di calcestruzzo ed inerti nei lavori per la realizzazione della variante dell’abitato di Palizzi, lungo la statale 106 Jonica, e di una scuola a Bova Marina. I beni confiscati dalla Dia, in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria su proposta del Procuratore distrettuale, Giuseppe Pignatone, consistono nel patrimonio aziendale e nel capitale sociale dell’impresa D’Agui’ Beton; due appartamenti a Bova Marina; un altro appartamento a Roma; una residenza di sette vani nel Villaggio Palumbo di Kotronei, nella Sila catanzarese, ed in un’automobile di lusso (una Porsche Carrera 911). Tutti beni provento, secondo gli investigatori, delle presunte attivita’ illecite svolte da D’Agui’. Nell’aprile dello scorso anno, la Dia di Reggio Calabria, in esecuzione di un provvedimento emesso dal tribunale reggino in base ad una proposta di misura di prevenzione avanzata dal Procuratore Distrettuale di Reggio Calabria, aveva gia’ sottoposto a sequestro beni mobili ed immobili nella disponibilita’ di D’Agui’. Con il provvedimento di confisca di oggi, il tribunale di Reggio Calabria ha ritenuto D’Agui’ “imprenditore mafioso”, avendo contratto, secondo quanto si legge nel provvedimento, “uno scellerato patto” con la ‘ndrangheta: da un lato l’uomo avrebbe accettato le regole mafiose in merito alla distribuzione degli affari del territorio di riferimento e dei relativi ricavi, dall’altro, la criminalita’ organizzata, attraverso il metodo mafioso, gli avrebbe assicurato posizioni di mercato, monopolistiche od oligopolistiche, “che altrimenti non avrebbe ottenuto”. Con lo stesso provvedimento inoltre, il Tribunale ha disposto nei confronti di D’Agui’ la misura della sorveglianza speciale per la durata di tre anni e sei mesi con obbligo di soggiorno.