Abia commenta positivamente il nuovo bando regionale per la gestione sostenibile degli effluenti di allevamento

Positivo il commento di ABIA, associazione dei contoterzisti agrari bergamaschi, sul recentissimo bando della Regione Lombardia che ha stanziato nuovi fondi sulla Misura 121 del Piano di Sviluppo Rurale: tali risorse sono finalizzate a interventi delle aziende zootecniche “per la gestione sostenibile degli effluenti di allevamento”, a partire dalla realizzazione di vasche per la raccolta dei liquami. “La nostra associazione – afferma Leonardo Bolis, presidente di ABIA – è da sempre particolarmente attenta al problema dei nitrati, una delle più grosse emergenze di tutti i tempi per l’agricoltura professionale bergamasca e lombarda. Apprezziamo, quindi, anche questi provvedimenti che potranno venire sicuramente in aiuto di una parte delle nostre aziende zootecniche”. Tuttavia, per ABIA, la questione va affrontata in modo più strutturale e complessivo. “In attesa della decisione di Bruxelles su eventuali deroghe nell’applicazione della Direttiva Nitrati – sottolinea Bolis – occorre pensare a soluzioni costruite a partire da modelli collaborativi estesi su vaste aree territoriali. A questo proposito ABIA ha elaborato da tempo il progetto di una vera e propria Borsa dei reflui zootecnici per far fronte alle esigenze di spandimento razionale dei liquami provenienti dagli allevamenti della nostra provincia”. La direttiva CE n. 676/91, infatti, individua le cosiddette Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN), nelle quali è introdotto il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti oltre un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro, a fronte di un limite precedente molto più permissivo, pari a 340 kg di azoto per ettaro. Com’è possibile far fronte concretamente a questa situazione? “Per la provincia di Bergamo proponiamo l’istituzione di una sorta di listino dei reflui – spiega Enzo Cattaneo, direttore di ABIA – sulla base di una prima esperienza già realizzata nel mantovano. Si tratta di favorire l’incontro tra domanda e offerta di terreni disponibili per lo spandimento e di riportare le relative quotazioni su un apposito listino. Ciò permetterebbe di diminuire i carichi di azoto delle zone più vulnerabili e di delocalizzare parte di questi fertilizzanti naturali verso aree che ne sono invece carenti”. Questa borsa virtuale sarebbe assistita dalla creazione di un portale internet dedicato e dall’utilizzo di specifici software per facilitare le transazioni e la stipula dei contratti di affitto o asservimento dei terreni. “Dal canto loro – conclude Cattaneo – le imprese agromeccaniche aderenti ad ABIA, che hanno in dotazione un elevato numero di macchine agricole provviste di gps, offrono anche la possibilità di utilizzare tali dispositivi per tracciare gli spostamenti di reflui zootecnici dalle zone di produzione ai terreni individuati per lo spandimento, così come l’Unione Europea pare orientata a richiedere. Si tratterebbe quindi di realizzare un grande progetto di valorizzazione economica dei fertilizzanti organici nel rispetto dell’ambiente e delle condizioni naturali di fertilità dei suoli”.