Milano, Pisapia taglia i costi della macchina politica

Iniziata ufficialmente l’era Pisapia al Comune di Milano con le prime scelte. Si parte con la nomina di Davide Corritore a nuovo direttore generale al posto del dimissionario Antonio Acerbo. A capo del gabinetto del sindaco è stato nominato invece Maurizio Baruffi, portavoce di Giuliano Pisapia durante la campagna elettorale. Tra le prime decisioni della giunta, la riduzione dei compensi per i ruoli di circa il 15 %. Tra i primi atti, oltre all’ordinaria amministrazione, il conferimento delle deleghe agli assessori, che sono state tutte confermate, e il patrocinio di alcune manifestazioni sportive e culturali, tra cui il Gay Pride. Una riduzione fra il 10 e il 15% degli stipendi delle posizioni apicali in Comune e della spesa complessiva per alcune funzioni, come la struttura dell’ufficio stampa. La scelta di “sobrietà” della nuova amministrazione di Giuliano Pisapia è stata confermata durante la prima riunione della Giunta a Palazzo Marino che ha preso le prime decisioni per l’avvio dell’organizzazione della macchina comunale. I “tagli”, come ha riferito in conferenza dopo giunta il vicesindaco Maria Grazia Guida, toccano per primi il direttore generale e il capo di Gabinetto, rispettivamente Davide Corritore e Maurizio Baruffi. In confronto ai loro predecessori, Antonio Acerbo e Alberto Bonetti Baroggi, i loro compensi si riducono da 230 mila a 210 mila euro per il primo e da 160 mila a 140 mila per il secondo. “In un momento di fragilità economica – ha detto Guida – l’amministrazione si fa più vicina ai cittadini anche con questa scelta. Vogliamo che la politica ridiventi l’arte della rappresentanza del bene comune nel migliore dei modi possibile”. Il Comune di Milano sosterrà (non economicamente) il prossimo Gay Pride del capoluogo lombardo in programma il prossimo 25 giugno. Euforica la reazione del Centro di Iniziativa Gay – Comitato Provinciale Arcigay di Milano, che organizza l’iniziativa: “non abbiamo memoria di un patrocinio comunale negli ultimi 18 anni – ha detto il presidente Marco Mori -, ma era una notizia in cui speravamo. Avevamo fatto delle richieste ai candidati sindaci e soltanto Pisapia aveva risposto pubblicamente. Tra queste richieste c’era anche quella del patrocinio. Il fatto che l’abbia concesso significa che questo vento di cambiamento sta effettivamente portando i primi risultati”. Soddisfatto anche Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd: “Milano più aperta, più civile e solidale. Pronta finalemente a tornare europea”. Ironico invece Carlo Missiroli, ciellino del Pdl: “Chissà se i cattolici che hanno festeggiato in piazza l’elezione di Pisapia sono ancora felici della loro scelta?”. Il sindaco ha incontrato anche i consiglieri di minoranza eletti nelle fila di Pdl, Lega Nord e Terzo Polo, per stringere la mano e conoscere di persona i rappresentanti che da lunedì, quando riprenderanno i lavori dell’aula di palazzo Marino, gli faranno opposizione. Molti sono rimasti spiazzati dalle parole dell’ex assessore all’Urbanistica il ciellino Carlo Masseroli. “Per il bene della città e di Expo – ha detto l’esponente del PdL – facciamo un primo accordo per non affidare le deleghe sull’esposizione universale a Stefano Boeri. La partita è troppo delicata per correre il rischio di ricorsi per conflitto di interesse visto che Boeri è stato il progettista dell’Expo”. Intanto il radicale Marco Cappato si è candidato alla presidenza del consiglio comunale milanese, ruolo per il quale il sindaco ha invece indicato Basilio Rizzo, decano di palazzo Marino ed espressione dell’ala più a sinistra della coalizione. Cappato lo fa con una lettera inviata ai colleghi: “La ragione per la quale mi ritengo adeguato a presiedere il nostro Consiglio è racchiusa in due obiettivi che sono il faro dell’azione del partito del quale mi onoro di fare parte, il Partito radicale, e che voglio siano la priorità per la nostra Assemblea: il rispetto delle regole e la trasparenza della macchina comunale”.