Referendum, hanno votato il 57% degli italiani stop al nucleare

Silvio Berlsconi è minoranza nel Paese. Nell’arco di meno di un mese una sconfitta dopo l’altra per il Cavaliere. Con l’arrivo dei primi dati ufficiali del Ministero dell’Interno: l’affluenza alle urne per i quattro referendum, quando sono giunti al Viminale i risultati relativi alla quasi totalità dei comuni italiani, va infatti attestandosi attorno al 57%. Lo stesso Silvio Berlusconi, a voto ancora in corso, aveva rotto il silenzio elettorale ammettendo che “dovremo dire addio al nucleare in seguito del voto popolare” e che “dovremo impegnarci sulle energie rinnovabili”. Un risultato decisamente positivo per i comitati referendari, che per la prima volta da 16 anni a questa parte riescono nell’obiettivo di ottenere una partecipazione di popolo tale da garantire la validità della consultazione. In tutte le precedenti occasioni, infatti, il fronte dei no ha sempre preferito optare per una campagna pro-astensione, con l’obiettivo di far fallire il voto assommando il proprio non voto a quello degli astensionisti fisiologici, coloro che cioè non vanno a votare neppure per le elezioni politiche. Ma questa volta il «fuori gioco» referendario non è scattato. E il risultato alla fine è stato scontato: i sì per i diversi quesiti, senza significative variazioni per i diversi temi affrontati, risultano attorno al 95-97%. Da più parti gli analisti, anche dell’area pidiellina, parlano di disaffezione degli elettori moderati e di necessità di rivedere la politica della maggioranza. La Lega Nord ha riunito in via Bellerio il proprio stato maggiore: ci sono Bossi e i principali ministri. E anche se questi incontri sono la norma il lunedì nella sede del Carroccio, appare certo che le valutazioni che il Senatur si accingono a fare riguarderanno non solo l’esito della consultazione ma anche i rapporti interni alla coalizione. A maggior ragione considerando che domenica prossima ci sarà il tradizionale raduno di Pontida nel corso del quale Bossi parlerà al popolo leghista reduce dalla doppia sconfitta al referendum e alle elezioni amministrative, con il tracollo di Milano.