Prossima Italia, in Calabria il 20 giugno torna Civati
“Abbiamo pensato e ripensato, più volte, in questi giorni, a come trasferire ai calabresi il nostro pensiero, le nostre emozioni, la nostra voglia di cambiamento e innovazione. A come comunicare ai tanti nostri conterranei indignati e estremamente sfiduciati che, stavolta, avvertiamo nell’anima che è ancora possibile darla una scossa vitale a questa nostra terra. È vero, ce ne rendiamo conto, le ultime speranze di riscatto sono, ormai, sul punto di spegnersi, per via di tanti problemi da troppo tempo irrisolti e a causa di una crisi economica e sociale internazionale senza precedenti, amplificata, in Italia, dall’imperare del berlusconismo. Ecco perché, oggi più che mai, invitiamo i cittadini calabresi a reagire e a mobilitarsi insieme a noi per il riscatto politico, sociale, culturale ed economico della Calabria. Occorre avviare, insieme, una nuova stagione politica all’insegna della partecipazione, dell’innovazione, dell’etica e della legalità. È necessario, in questo senso, risvegliare le nostre coscienze e avviare una grande mobilitazione. Ognuno di noi deve mettersi in gioco e dare il meglio di se stesso. Dobbiamo, finalmente, divenire protagonisti del nostro futuro, senza più consegnare, a chicchessia, deleghe politiche in bianco, smettendola, quindi, una volta per tutte, di credere che improbabili messia politici possano risolvere d’incanto i nostri problemi. Occorre puntare, dunque, su una nuova classe dirigente. Un appello accorato alla partecipazione attiva in questo senso, lo rivolgiamo alle forze sociali, culturali, imprenditoriali, professionali, civili e religiose calabresi, perché riteniamo che pianificando, insieme alle migliori energie della nostra regione, un progetto politico di ampio respiro, sia ancora possibile costruirla una Calabria nuova, che, viste le sue potenzialità, reciti, finalmente, un ruolo importante nella società globalizzata della conoscenza e del sapere. C’è in noi, naturalmente, una forte determinazione a far cambiar rotta in primis al Partito democratico, che riteniamo sia una delle forze fondamentali per iniziare a cambiarla davvero la Calabria. Un Pd del quale amiamo i significativi principi guida, la profonda idealità a cui si ispira e che, dunque, rimane, nonostante tutto, il nostro partito di riferimento. Un partito, però, quello calabrese, che per non morire deve assolutamente rinnovarsi e innovarsi. Noi intendiamo impegnarci, ancor di più, affinché questo nuovo Pd prenda vita. È nostro fine, in questa direzione, contribuire con grande senso di responsabilità a far nascere in Calabria un partito che presti ascolto e dialoghi costruttivamente con i cittadini. Che divenga il cuore pulsante, insieme a SeL e Italia dei Valori, di uno schieramento che aggreghi tutte le migliori espressioni democratiche, riformiste, cattoliche e progressiste calabresi, con le quali – poiché sempre più avviluppato su se stesso, per via di lotte intestine fratricide – non riesce più a rapportarsi in maniera propositiva e proficua. Il Pd che auspichiamo dovrà permettere ai suoi elettori di scegliere i propri candidati a Camera e Senato attraverso le primarie e dovrà far rispettare a tutti i suoi componenti i limiti statutari dei tre mandati al Parlamento. Dovrà, inoltre, adoperarsi per il recupero dell’astensionismo del nostro elettorato e ritenere davvero prioritario il coinvolgimento di quel 40% che non si sente comunque ancora rappresentato. Occorre a tal fine intensificare gli sforzi per ridare fiducia nella politica ai cittadini. A questo proposito, il Pd che noi vogliamo, dovrà necessariamente proporre il dimezzamento del numero dei parlamentari e della loro remunerazione complessiva e la semplificazione istituzionale degli enti locali. Rimaniamo, quindi, sconcertati davanti ad un Pd calabrese che – rispetto ad una sconfitta così eclatante, che doveva indurre tutto il gruppo dirigente ad un maggiore senso di responsabilità – continua imperterrito nel logorante e deleterio scontro tra le sue correnti. Le reciproche accuse ed insinuazioni, giornaliere, sulla stampa, danno il senso di un partito impotente e dilaniato dove il fine ultimo della maggior parte dei suoi dirigenti è spartirsi le spoglie di un Partito prossimo al decesso. Le ragioni di questa sconfitta, com’è evidente, non sono figlie del momento ma devono essere ricercate nel tempo analizzando sin dalla nascita la condotta di un Partito che in Calabria è stato gestito da pochi in maniera elitaria. Per questo non ci convince il recente dibattito aperto sui media e chiediamo, invece, un confronto vero, approfondito e di alto profilo politico e culturale. Una discussione che deve essere svolta nelle sedi opportune a viso aperto e con regole certe. Chiediamo, pertanto, la riapertura del tesseramento, che come denunciato da tanti dirigenti e iscritti, in tutte le cinque province, è stato gestito da pochi intimi, quasi di nascosto e spesso in maniera poco trasparente. Chiediamo, poi, le primarie per la scelta dei gruppi dirigenti politici e dei rappresentanti istituzionali come i Consiglieri regionali, ai quali, tra l’altro, si deve far rispettare il tetto massimo dei due mandati. Auspichiamo, infine, l’azzeramento dell’attuale direzione politica, non per epurare ma rendere, così, libero e franco il confronto nel partito. Il Pd, che vogliamo, dunque, deve tornare ad essere il partito della partecipazione, dell’innovazione, della discussione democratica, della condivisione delle idee, del rispetto delle regole. Un partito attento e sensibile al dramma sociale che questa regione sta vivendo. Un Pd che sappia parlare al mondo del lavoro, che metta al centro delle sua attività politica il Mezzogiorno con le sue capacità propositive, con le sue donne e i suoi uomini migliori. Un partito in grado di garantire un ricambio generazionale che non generi, come spesso avviene, conflitto ma sprigioni, invece, entusiasmo e nuove energie. Valorizzando, quindi, anche quei giovani, conosciuti (come Salvatore Scalzo e Massimo Canale) e non, che si sono contraddistinti per le loro idee innovative in quest’ultima tornata elettorale che ha interessato, oltre ai grandi centri urbani di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, tanti altri comuni nella nostra regione. Il partito democratico calabrese deve divenire ,dunque, un’organizzazione dinamica e moderna che sappia utilizzare al meglio la rete e le nuove tecnologie. Un partito inclusivo che proponga un abbraccio generazionale e valorizzi giovani e meno giovani. Che sia radicato sul territorio e sappia, quindi, adeguatamente ascoltare, per poi coinvolgere nelle proprie iniziative di buon governo, iscritti, elettori e semplici cittadini. Noi ci crediamo ancora nel Partito democratico e lotteremo con tutte le nostre forze per portarlo su un percorso di reale cambiamento e farlo, quindi, divenire, punto di riferimento dei cittadini e forza strategica per lo sviluppo e la crescita della Calabria e del Mezzogiorno. Ai calabresi, pertanto, diciamo di non disperare ma di provare, invece, a reagire tutti insieme con fiducia, perché il vento del cambiamento politico, sociale e culturale che, finalmente, sta soffiando con impeto al Nord, può e deve spirare presto anche nella nostra terra”. Lo scrivono in una nota gli esponenti di Prossima Italia a Vibo Valentia: Bruno Schipano, Fabio Foti e Pasquale Petrolo. A sostenerli in questi intenti, lunedì 20 giugno, sarà in Calabria, Pippo Civati, esponente di spicco del Partito Democratico e fondatore del movimento democratico Prossima Italia.