Unicaa, plauso all’idea di concedere ai giovani agricoltori le terre demaniali

Unicaa, l’organizzazione nazionale al servizio delle imprese agricole espressione di Uniagronomi, Confcooperative e imprenditori agromeccanici, plaude alla recente iniziativa annunciata dal ministero delle politiche agricole riguardante l’ipotesi di affidare in gestione pluriennale a giovani agricoltori le terre demaniali coltivabili. “Per ora il progetto non è ancora operativo – spiega il presidente di Unicaa, Giambattista Merigo – in quanto il ministero è ancora nella fase della ricognizione preventiva delle terre demaniali coltivabili. Tuttavia registriamo con soddisfazione questo primo passo che denota attenzione verso una categoria, quella dei giovani agricoltori, degna della massima tutela in vista di un futuro competitivo per l’agricoltura del nostro Paese”. Secondo Unicaa le terre demaniali che potrebbero essere utilizzate a questo scopo sono stimabili complessivamente in circa un milione di ettari, oltre ad un quantitativo altrettanto ingente di boschi demaniali e terreni marginali comunque utilizzabili per produzioni minori e forme di agricoltura multifunzionale. Oggigiorno i giovani titolari di un’impresa agricola sono sempre meno. Secondo i dati dell’Osservatorio Economico di Unicaa, l’Italia è al terz’ultimo posto in Europa per numero di giovani agricoltori: stanno peggio solo Portogallo e Grecia. “Il settore sta invecchiando e le difficoltà collegate all’investimento iniziale scoraggiano l’ingresso delle nuove leve – spiega Merigo -. D’altro canto non è pensabile che un giovane desideroso di fare l’imprenditore agricolo possa iniziare con la semplice prospettiva di vivacchiare in qualche modo. Un giovane, sia che subentri ai genitori sia che parta da zero, deve disporre di un piano realistico per puntare ad un’attività agricola che generi vera ricchezza, che gli dia una piena soddisfazione economica e professionale in una prospettiva di lungo periodo”. I titolari di impresa agricola con meno di 35 anni in Italia sono poco più del 3% del totale, percentuale più bassa che nella maggior parte degli altri settori dell’economia. Tra le principali cause di questo processo di senilizzazione in atto da tempo nel settore primario è da ricordare l’esistenza di barriere troppo alte all’ingresso di nuove leve in agricoltura. “Costo dei terreni spesso proibitivo, necessità di acquisire diritti di produzione e licenze per iniziare l’attività, mercati dall’andamento spesso incerto. Tutto ciò spesso scoraggia chi vorrebbe avviare un’attività agricola – sottolinea Merigo -. L’auspicio è che la recente iniziativa ministeriale possa essere inserita in un pacchetto di misure ad hoc studiate per stimolare l’insediamento giovanile e, con esso, la competitività stessa dell’intero settore agricolo”. Oltre ai terreni del demanio, Unicaa ricorda infine l’esistenza di diversi enti pubblici e fondazioni che detengono quantitativi ingenti di terreno ad uso agricolo. “Occorrerebbe studiare – conclude Merigo – una legislazione incentivante che faccia sì che questi terreni, spesso poco valorizzati, siano messi prioritariamente a disposizione di giovani agricoltori o aspiranti tali a condizioni fortemente agevolate. Sia che si tratti di alpeggi montani o di fertili distese pianeggianti, l’intervento di giovani motivati e dotati di progetti di sviluppo a lungo termine costituirebbe la miglior garanzia di un uso corretto e sostenibile di queste proprietà”.