Roma, bollette meno care dal primo luglio

Francesco La Gamba
Più equità, meno costi in bolletta e benefici per l’ambiente. Sono le promesse della rivoluzione nella bolletta dell’elettricità pronta a scattare il primo luglio. Per circa quattro milioni di famiglie a partire dall’inizio del nuovo mese l’energia non costerà infatti più lo stesso, ma sarà divisa in fasce orarie. Quando la richiesta ed i costi dell’elettricità sono minori, dalle 19.00 alle 8 del mattino dal lunedì al venerdì, nell’intero fine settimana e nei giorni festivi (indicate in bolletta come fasce orarie “F2 e F3”) si pagherà l’elettricità a un prezzo più basso. Il costo sarà invece più alto nelle restanti ore dei giorni feriali, ovvero dalle 8.00 alle 19.00, quando la domanda e i costi dell’elettricità sono maggiori (fascia oraria “F1”). Al momento la possibilità di pagare l’elettricità con prezzi diversi a seconda degli orari già esiste su base volontaria, ma dal primo luglio la novità riguarderà automaticamente tutti gli utenti dotati di un nuovo contatore elettronico appositamente “riprogrammato che hanno ricevuto in questi mesi l’apposito avviso da parte del loro fornitore.
Volendo introdurre questo cambiamento destinato a influire su usi e abitudini quotidiani con gradualità, la differenza tra le due tariffe per un periodo transitorio di 18 mesi sarà solo del 10%. Questo significa che anche adeguando i propri comportamenti alla nuova tabella oraria il risparmio in bolletta sarà di pochi euro. L’Autorità per l’energia e il gas ha realizzato ad esempio le proiezioni con i profili di due consumi tipo, quelli di un single e quelli di una famiglia composta da quattro persone. Tenendo conto che l’utilizzo degli elettrodomestici più energivori (lavatrice, lavastoviglie, scaldabagno elettrico, ferro da stiro, forno elettrico) è già orientato verso le fasce orarie a costo minore (72% in “F2” e “F3” e 28% in “F1” nel caso della famiglia, 79% in “F2” e “F3” e 21% in “F1” nel caso del single) su base annuale il risparmio sarebbe in entrambi i casi inferiore ai quattro euro. A determinare uno scarto così basso non è solo il piccolo margine di differenza iniziale tra le due tariffe, ma soprattutto il fatto che il costo dell’energia è solo una parte marginale di ciò che paghiamo in bolletta, mentre il grosso è determinato da canone e imposte varie.
“Andando a toccare un aspetto così importante della vita degli italiani siamo convinti che ci volesse grande gradualità, anche per dare alle persone la possibilità di valutare nel concreto i cambiamenti della spesa in bolletta e di adottare comportamenti favorevoli al risparmio”, spiegano dall’Autorità per l’energia e il gas, l’istituzione che più a spinto affinché venisse introdotta la tariffa bioraria. “Finita la fase transitoria – sottolineano ancora – la differenza di prezzo salirà di oltre il 40% e i comportamenti virtuosi potranno incidere in maniera più consistente, ma la prima motivazione che ha portato a questa novità su scala mondiale è stata la volontà di introdurre un principio di equità: all’ingrosso il prezzo dell’energia elettrica è più alto quando la domanda è elevata e più basso quando c’è minore richiesta. I prezzi biorari consentono di pagare l’elettricità consumata nei diversi momenti al suo giusto valore: oggi, invece, con un unico prezzo indifferenziato, chi usa l’elettricità nelle ore a basso prezzo paga anche una parte dei costi di chi consuma nelle ore più costose”.