Cosenza. Presentazione del libro “La civiltà contadina in Calabria”

Il libro “La civiltà contadina in Calabria” del professor Antonio Pugliese (ordinario di Clinica Media all’Università di Messina) è stata insignito del prestigioso  Premio Letterario “Amici della Sapienza”. Oggi sarà presentato al Circolo della Stampa di Cosenza (Salone Confindustria, ore 16.30).

Pugliese Premio

 “La civiltà contadina in Calabria – Il recupero della memoria”, del prof. Antonio Pugliese (Ordinario di Clinica medica all’Università di Messina), sarà presentato oggi pomeriggio al Circolo della stampa di Cosenza “Sessa”  (Salone Confindustria,  inizio previsto 16,30). Aprirà l’incontro Franco Mollo (vicepresidente Circolo della Stampa); a seguire le relazioni di Marco Meligrano (Medico Veterinario), di Pina Amarelli (Azienda Amarelli Rossano) e di Nicola Rombolà (docente e autore della prefazione e del saggio-appendice inserito nel libro “Solo i contadini potranno salvare il mondo”). Ad introdurre e coordinare la presentazione Mariella Cipparone (giornalista). L’incontro verrà concluso dall’intervento dello stesso autore.

Pugliese Premio

L’opera  (edita nel 2016 per i tipi di Calabria Letteraria Editrice), sta riscuotendo molta attenzione per l’originale ricerca condotta dal prof. Pugliese. Il libro compie un viaggio al confine tra la ricerca storica e scientifica attraversato dal racconto rievocativo che assume la funzione narrativa. In primo piano la ricostruzione di una esperienza millenaria basata sulla trasmissione orale di cultura, saperi materiali ed etici che sono propri della civiltà contadina. L’autore, che si è occupato nei suoi studi dell’interazione uomo-animale, ed è stato un pioniere della “Pet Therapy” in Italia a partire dai primi anni Novanta, ha inteso ridare voce ad un mondo che ha caratterizzato per tanti secoli la storia della Calabria e del Mediterraneo, nei molteplici aspetti che hanno caratterizzato le attività nei diversi campi – tra cui il rapporto uomo-terra-natura o uomo-animale – ma anche contraddistinto le espressioni storico-sociali e antropologiche di una moltitudine di generazioni che sono esemplari. Non è solo un ritorno nostalgico ad una cultura le cui tracce rischiano di essere completamente cancellate, ma anche uno stile di vita a cui ispirarsi (sotto il profilo materiale e spirituale) e una proposta per salvare l’umanità da un modello neo-industriale distruttivo fondato sul consumo sfrenato, sulla distruzione delle risorse umane e ambientali, che in meno di un secolo sta minando alle fondamenta il futuro: si citano solo la distruzione della bio-diversità e il mutamento climatico a causa dell’inquinamento. I riflessi si possono toccare nelle disuguaglianze, nelle guerre, nella manipolazione dei cibi, nel potere spregiudicato delle lobby e delle multinazionali che hanno come fine solo l’arricchimento e il profitto. Il recupero dell’esperienza della civiltà contadina, come recita il sottotitolo, è vitale per la sopravvivenza dell’uomo sulla terra.

Premio amici sapienza

L’opera è stata esaminata dall’Accademia degli “Amici della Sapienza” presieduta dalla professoressa Maria Teresa Rizzo. Per i suoi contenuti  scientifici, letterari e umani ha ricevuto il Primo Premio (XX edizione). La cerimonia della consegna del premio “Amici della Sapienza” è stata inserita all’interno della Settimana dell’arte e della cultura del turismo e della solidarietà che si è svolta dal 13 al 14 marzo al Municipio di Messina (Salone delle Bandiere). Nella motivazione redatta dalla professoressa Paola Colace Radici (Ordinario di Filologia Classica all’Università di Messina) che presiede la commissione del Premio, si mette in luce come il libro rappresenti “un unicum dal punto di vista del genere letterario, perché abbina al rigore e alla completezza del saggio scientifico, uno sguardo di umanità e commozione che accarezza i figli della civiltà contadina e comunica al lettore la poesia di una realtà in via d’estinzione”; si aggiunge inoltre che nell’esame “delle attività primarie e secondarie si apprezzano, in una prosa accattivante l’alta competenza tecnica dei realien” (termine tedesco con cui si indicano le cose reali e i dati scientifici), come  la documentazione fotografica di prima mano, la raccolta sul posto di tradizioni orali, una bibliografia ragionata e discussa nelle note. Infine viene sottolineato che le pagine del libro sono pervase dalla nostalgia del tempo che si è portato via “i valori umani e sociali di quella cultura a misura d’uomo e dell’ambiente” che aveva caratterizzato la civiltà contadina e che a causa dell’emigrazione “è rimasta desolata come le case e i vecchi abbandonati”; ma il recupero della memoria non rimane fine a se stesso perché “si fa portatore di una speranza, che ricongiunge lo scienziato e il poeta: lo scienziato lancia la prospettiva di un nuovo rapporto con la terra, che venga rivitalizzata da un ritorno ad una agricoltura “sociale” rispettosa della salute dell’uomo e del pianeta”.

Premio amici sapienza

Premio amici sapienza