Firenze, a Le Murate presentazione del libro ‘Democrazia e verità’

In democrazia bisogna rinunciare alla verità pur di garantire la pace civile? È uno dei nodi cruciali, centrale per la filosofia politica, affrontato nel libro ‘Democrazia e verità’ di Julian Nida Rümelin (Franco Angeli editore) che domani sarà presentato a Le Murate. Dal 2004 l’autore insegna filosofia e teoria politica alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera. Il suo pensiero spazia dall’etica teorica e applicata alle teorie della razionalità e della decisione, nonché alla filosofia politica, ma anche alla filosofia del linguaggio e alla teoria della conoscenza. Nida Rümelin è stato consigliere culturale della città di Monaco di Baviera e ministro della cultura nel primo governo di Gerhard Schröder. L’iniziativa, che si svolgerà nella Sala Progetti Arte Contemporanea (via dell’Agnolo), avrà inizio alle 17 ed è organizzata dal dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Firenze col patrocinio del Comune. Saranno presenti, oltre all’autore, la vicesindaca e assessora all’università e alla ricerca Cristina Giachi, la direttrice del dipartimento di scienze politiche e sociali Franca Alacevich e i docenti della facoltà di filosofia dell’ateneo fiorentino Sergio Givone e Elena Pulcini. Nel volume si sottolinea che negli ultimi anni la democrazia come forma politica e sociale, ma anche come forma di vita, è venuta a trovarsi chiusa fra un economicismo neoliberista e un nuovo fondamentalismo culturale: da un lato ha dovuto fronteggiare attacchi di fanatici motivati su base religiosa, o che si spacciano per tali, e dall’altro ha dovuto misurarsi con modelli economici che la considerano un presunto ostacolo sulla strada di un’economia mondiale dominata dai colossi di internet, dove tutti sono produttori e consumatori di beni e servizi scambiati a livello globale. Ci sono dunque soprattutto ragioni politiche per dedicarsi al ruolo della verità nella democrazia. Ma, poiché non esiste un metodo sicuro per separare le convinzioni vere da quelle false, che rimangono perciò sempre rivedibili, che cosa ci rimane allora? Altro non resta, secondo l’autore, se non affidarsi alla pratica quotidiana del dare e prendere ragioni – empiriche e normative – che sono certamente permeate dalla razionalità scientifica, ma non sempre con essa coincidenti. La tesi di Nida Rümelin è che la verità sia indispensabile in politica poiché senza di essa la democrazia perderebbe il suo volto umano e la sua base partecipativa.