Provincia di Trieste, il Sigillo alla Comunità ebraica

La Presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat,  in occasione del Giorno della Memoria 2016, ha consegnato questa sera il Sigillo d’argento alla Comunità ebraica di Trieste, in memoria di Carlo Morpurgo. Hanno ricevuto il riconoscimento il Presidente della Comunità, Alessandro Salonichio affiancato dall’assessore alla Cultura Mauro Tabor e dal Rabbino Rav Eliezer Shai Di Martino. Presenti alla cerimonia, che ha avuto luogo al Museo “Carlo e Vera Wagner” di Via del Monte nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio provinciale presieduta da Maurizio Vidali, il vicesindaco del Comune di Trieste, Fabiana Martini, Emiliano Edera in rappresentanza del Consiglio regionale, monsignor Ettore Malnati e rappresentanti delle altre comunità della città. “Molto si è detto e si è scritto sull’indiscusso concorso degli Ebrei triestini nello sviluppo del nostro territorio – ha detto nel suo intervento Maria Teresa Bassa Poropat –  qui oggi permettetemi di dare per accolto tutto ciò, consentendomi piuttosto di sottolineare un altro, prezioso, contributo offerto alla collettività. I protagonisti di questa storia sono stati certo esempio in diverse professioni, ma non solo. In diversi casi sono stati anche modello dell’agire civile. Nella tragica storia del Novecento il coraggio di difendere la propria fede e la propria cultura assume una dimensione più ampia e, forse, a Trieste ancor più forte che in altri luoghi: è la volontà di agire nel nome dell’integrazione allontanando i rischi dell’assimilazione. Un percorso destinato a deflagare, superato esso stesso sotto la scure delle dittature, nella segregazione ed eliminazione del diverso. E’ in questa cornice che si colloca la figura di Carlo Morpurgo che ha difeso la storia della sua Comunità, la libertà e il diritto di professare una fede e di partecipare a una cultura, per questi principi si è sacrificato”. Mauro Tabor ha quindi tracciato una breve biografia di Morpurgo nato a Trieste nel 1890 e deportato ad Auschwitz nel 1944 dove morirà dopo due mesi di prigionia (in allegato intervento integrale di Mauro Tabor). Queste le motivazioni legate alla consegna del Sigillo: per essere una figura simbolo per l’intera Comunità, esempio cui affidare la memoria e testimone cui guardare per un futuro all’insegna dell’impegno civile; per aver sostenuto la Comunità nei difficili momenti che hanno seguito l’emanazione delle Leggi razziali, tutelandone con coraggio i componenti, la memoria e la storia senza per ciò rinunciare al dialogo nel segno di un’integrazione pronta all’ascolto e salda nella conservazione della propria specifica identità, cultura, tradizioni; per aver salvaguardato dall’oblio, dalla distruzione e dalla razzia documenti tra i più preziosi per la storia degli ebrei triestini: i rotoli della Torah, argenti rituali e le carte più antiche.