Peppino Cosentino (Demokratici kr): il Governatore Oliverio pensi al bene della Calabria. Le polemiche nei confronti di Flora Sculco sono fuori luogo

mario oliverio Certo è la Calabria e Crotone di tutto hanno bisogno meno che delle polemiche tra rappresentanti della maggioranza che governa la Regione. Sanità, lavoro, servizi, viabilità, sicurezza, ambiente, i settori che continuano a penalizzare i calabresi per l’enorme negatività che rappresentano. Nei giorni scorsi a Crotone c’è stata la presenza del presidente Mario Gerardo Oliverio. I crotonesi lo attendevano per delle risposte positive a proposito di alcune questioni, tra queste la vicenda Soakro, che stanno mettendo a rischio altra occupazione. Ed invece, il presidente Oliverio ha innescato una polemica con il consigliere regionale di Crotone, Flora Sculco. A proposito di ciò, Peppino Cosentino de “I Demokratici” ha inteso rispondere al Presidente Oliverio. Flora Sculco“E’ stato plasticamente esemplificativo e chiaramente sintomatico di una mentalità egocentrica e schematica, l’esordio del governatore Oliverio nella Sua visita a Crotone per “confrontarsi” con il P.D. crotonese. Ha espressamente dichiarato la Sua perplessità e meraviglia per la “dissidenza” della Consigliera Sculco pentendosi di averle dato troppo spazio. Come se l’unica rappresentante regionale territoriale non si fosse conquistata legittimamente la propria autorevolezza con il voto di novembre 2014 e con la Sua successiva prorompente attività in favore del territorio crotonese. Equivale a dire che Oliverio avrebbe tranquillamente chiuso le porte alle istanze del crotonese e di quella parte della Calabria che, ottimisticamente, ritiene che il governo regionale possa alleviarne i disagi ed iniziare una fase di rilancio economico e sociale. E’ una visione del proprio ruolo che gli deriva dal proprio passato massimalista, tipica del “centralismo democratico”, con ulteriori implicazioni quali l’abitudine a sovrapporre le funzioni di Istituzione e Partito e ritenere che società, persone ed attività siano tutte da omologare in un Partito Unico come praticava l’esperienza sovietica o la tradizione islamica. La coerenza politica non può essere scambiata per “cieca obbedienza”; la coerenza comporta, comunque, un esercizio dialettico, analitico e riscontri empirici in mancanza dei quali le convinzioni si trasformano in atti fideistici e politicamente irresponsabili. Questo target del Presidente è confortato, peraltro, dalle riverenze quotidiane dei “vassalli” con cui ha innervato la propria struttura di governo; qui, a Crotone, ha continuamente a disposizione una pletora di “valvassini” che lo aspettano e lo riveriscono in attesa di vedere riconosciute elargizioni e investiture che non rispecchiano meriti e, tanto meno, efficienze. Ma non è questo il metodo e la dimensione che serve a Crotone ed alla Calabria. Esiste una gran parte dei Calabresi che non si riconosce più in melasse demagogiche ed inconcludenti “slogan”, ma anela scelte fondamentali e precise. Il Governo Regionale deve rapidamente esplicitare la propria “idea” della “Nuova Calabria” e come realizzarla con il contributo di tutte le Istituzioni e della società in tutte le sue articolazioni. In altri termini come diventare una Regione “Normale””.