Potenza, Pensionati Cia progetto di polo integrato servizi alla persona

“Il “Polo integrato dei servizi alla persona” quale strumento per lo sviluppo sinergico delle attività di Cia, Anp (Associazione Nazionale Pensionati), Inac (Patronato) e Caf (Centro Assistenza Fiscale) è la proposta centrale dell’assemblea regionale dei pensionati della Cia lucana che ha eletto il Consiglio Regionale dell’Associazione, i 27 delegati al congresso regionale della Cia e 3 delegati al congresso nazionale ANP. Un progetto – si legge in una nota – che sarà concretizzato attraverso l’apertura sul territorio e specie nelle contrade rurali di Circoli Anp e di Sportelli Anziani”. “Al primo posto – è stato sottolineato – è la difesa del potere d’acquisto delle pensioni tenuto conto che nella “sperequazione pensionistica” sono soprattutto i pensionati autonomi, e tra questi gli agricoltori, a subire le conseguenze più pesanti dell’aumento del costo della vita. Secondo dati del Centro Studi Economici della Cia lucana ben il 78% dei pensionati della nostra regione (circa 125mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima” “Ma il problema non è solo economico. La geografia della crisi italiana -continua l’Anp Cia- è legata anche allo stato di salute dei servizi sociali. E nelle campagne la carenza è strutturale ed è aggravata dai recenti tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non auto-sufficienza, che grava in particolar modo su anziani e pensionati”. Perciò “tra le idee dell’assemblea congressuale quella di individuare la Casa della Salute e l’Ospedale di Comunità come strumenti di tutela delle persone anziane che vivono nelle aree rurali attraverso un progetto che metta insieme i Dipartimenti Salute e Agricoltura. La Riforma dell’assistenza e dei servizi sociali ha posto le condizioni normative, economiche e culturali per intervenire a sostegno dei bisogni sociali del cittadino. Le indagini condotte evidenziano una crescente domanda di servizi. Nel corso di questi anni, nelle aree rurali si è assistito ad una graduale ma costante riduzione della generalità dei servizi essenziali per ogni comunità la quale pregiudica la permanenza stessa in queste aree geografiche: da quelli sanitari ai sociali; alla chiusura di uffici postali e della amministrazione pubblica; alla soppressione di scuole; altre priorità sono rappresentate dai trasporti e dalla viabilità”.