Catania, un passo avanti per una città accessibile

Un passo avanti“Abbattere le barriere culturali prima che quelle architettoniche”. Un imperativo categorico, per nulla scontato, in una città come Catania, ma che sta alla base del vivere civile. A ribadirlo all’unanimità, ieri mattina, nei locali della Vecchia Dogana,  diverse associazioni cittadine, impegnate nel sociale e in politica: la politica del “fare” quotidiano, a prescindere dalla politica ‘partitica’ generalmente intesa. Proposte, soluzioni, interventi attuabili che si sintetizzano nel progetto “Un passo avanti, per una città accessibile”, promosso dal laboratorio civico “MigliOra Catania”, a cui ha aderito il movimento civico, politico, apartitico “Liberiamo Le Energie” con il suo presidente Antonio Scalia, che intorno a importanti temi che riguardano la vivibilità e la crescita della nostra città sta radunando le migliori competenze professionali, cittadini interessati e capaci di apportare il proprio contributo. Il dibattito di oggi sulla accessibilità a Catania – moderato dalla giornalista Laura Distefano, autrice di un servizio televisivo sulle difficoltà che i diversamente abili incontrano lungo i percorsi cittadini – ha visto la partecipazione di diversi sponsor del progetto, quali l’associazione “Come Ginestre” con il presidente Salvo Mirabella e la “Life” con il presidente Carmelo La Rocca. Sono intervenuti anche  Enzo Bianco e Maurizio Caserta, candidati a sindaco del Comune di Catania, e l’assessore Santi Cascone in rappresentanza di Stancanelli. L’accessibilità ha una rilevanza che va oltre quello che può sembrare un problema relativo solo ad una certa fascia di persone, ma che invece riguarda la nostra realtà a tutti i livelli. “E da qui – ha sottolineato Scalia – da una società che vuole dirsi civile e rispettosa bisogna partire per puntare ad uno sviluppo basato su turismo e qualità della vita, di cui il ‘turismo accessibile’, culturale e sportivo, è un tassello che potrebbe portare Catania a diventare una meta mondiale nel settore.” Nello specifico, strade impraticabili da chi ha una limitata possibilità motoria, esercizi commerciali inaccessibili, autobus sprovvisti di pedana, sono il sintomo di una governance miope.

 Per Bianco,Chiunque sia messo nelle condizioni di vivere in modo civile, può dare un contributo eccezionale alla società”. E da parte degli amministratori, “Non si può governare una città – ha detto Casertase non si ha il senso comune dello spazio”. Proprio a loro e agli altri candidati, Antonio Scalia lancia una proposta: “Il prossimo sindaco scelga come assessore al Welfare, un disabile, che grazie alla propria sensibilità, competenza ed esperienza personale, possa svolgere appieno un servizio di questo tipo per la città, dando una forte accelerazione al superamento delle barriere culturali e architettoniche”. La parola poi proprio ai protagonisti di questa giornata come Daniele Pappalardo, sulla sedia a rotelle dopo un incidente, e reduce da Vancouver dove ai disabili è consentita una vita normale.  La sua “ricetta”, “Focalizzarsi non solo sui disabili, ma su tutti indistintamente”.