Bersani premier con l’astensione pilotata di pezzi del Pdl

La strada è stretta e passa da un accordo con il Cavaliere. Una nuova linea che non punta su Grillo ma su una stategia in vista dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. L’idea è di puntare su uscite dall’aula strategiche nel campo del centrodestra e della Lega Nord. Un gruppo di senatori che sentono la necessità di dare un governo all’Italia e vengono convinti dalla “bontà delle proposte democratiche” o meglio “sollecitati” dal patto di non belligeranza con Silvio Berlusconi. Il Capo dello Stato ha studiato una formula, una soluzione e l’ha consegnata al Premier incaricato.

Si fa notare tra i democratici che nel discorso al Quirinale, Napolitano non ha parlato di maggioranza certa, ma di “sostegno certo che consenta di ottenere la fiducia nelle due Camere”.

Bersani potrebbe tornare al Colle non prima di mercoledì-giovedì con un “accordo” sulla riforma della Costituzione e sulla legge elettorale. E un accordo per la scelta “condivisa” del nuovo presidente della Repubblica.

Il profilo politico del governo e la base di programma escludono una vera alleanza con il PdL. La squadra prenderà la forma di quello che al Pd chiamano il “governo civico”. Si va da Oscar Farinetti, inventore di Eataly, l’autrice di Report Milena Gabanelli, l’ex direttore di Confindustria Giampaolo Galli, il giurista Stefano Rodotà, la certezza di Fabrizio Saccomani, direttore generale di Bankitalia, al Ministero dell’Economia.

La corsa al mandato pieno, con l’apertura al centrodestra sulle riforme, ha ricompattato il Partito Democratico. Su questa linea Bersani viene seguito e sostenuto da Enrico Letta e Dario Franceschini. Ma se fallisce, nessuno si sente di escludere che il capo dello Stato abbia un’altra carta in mano, che ci sia ancora spazio per un governo del Presidente.