Il ladro di coriandoli

Di Vincenzo Calafiore
12 Novembre 2022 Udine

“ …. Era quello che loro volevano,
che mi arrendessi!
Glielo leggevo negli occhi, nei finti sorrisi
quando credevano che non guardassi.
Parlo, per loro sono sciocchezze,faccio
il distratto, ma non è così, sai?
Osservo tutto invece.
Sono troppo sicuri di se, troppo stupidi per accorgersi
che io non ci sono più, ascolto, parlo, sorrido,
ma non ci sono più “
( Il moto della lentezza 1982) Vincenzo Calafiore

…. Era quello che “ loro” volevano, che mi arrendessi!
Glielo leggevo negli occhi, nei finti sorrisi quando credevano che non guardassi.
Parlo, per loro sono sciocchezze,faccio il distratto, ma non è così, sai?
Osservo tutto invece e taccio.
Sono troppo sicuri di se, troppo stupidi per accorgersi che io non ci sono più, ascolto, parlo, sorrido, ma non ci sono più.
Io e lei quella che sarebbe dovuta essere la mia vita,ci incontrammo in una taverna nel bel mezzo di un deserto; eravamo in viaggio da parecchio tempo e, in quel tempo imparai a guardarla, ad ascoltarla la mia vita.
E la vidi come il paesaggio che scorre dal finestrino di un treno che corre veloce, rallenta nelle stazioni senza fermarsi mai.
E’ un treno che a guardarlo corre piano, come per dare tempo di guardare, annusare l’aria, a sentire quel forte profumo di libertà; ma è un inganno, corre a una velocità elevata senza dare tempo di vedere, annusare, sentire ….
E lì che la ritrovai seduta dinanzi a me, entrambi seduti su uno strapiombo con le gambe sospese nel vuoto di un baratro.
Non so perché, mi guardava coi suoi occhi, bui come la notte, mi scrutava. Ci scrutavamo come fanno due estranei.
Quando mi disse con voce sicura: “ sei l’ultimo ladro di coriandoli “ una razza in estinzione, da difendere, proteggere!
Vedi? Io sono nient’altro che un grande sogno che per esserlo davvero deve cominciare con un sognatore! Sei tu il mio – sognatore – per questo rimango con te, ho bisogno di te, per vivere, per essere vita.
Mi strinse a sé forte, come se in quell’abbraccio fossero racchiuse tutte le paure, le parole trattenute, le emozioni taciute, a volte in un abbraccio ci si ritrova, noi ci perdemmo tra cuore e anima.
Insieme ci ripulimmo delle vecchie ferite!
Allora cambiai e divenni quello che mai avrei pensato di essere non per scelta, ma per difendermi, non si vive per accontentare gli altri! E quegli anni furono gli anni più felici, quelli mai dimenticati.
E vennero a trovarci le prime luci del mattino, come se fossero le prime parole di una storia d’amore: ti amo!
In quell’aria lei si muoveva come una ballerina, sulle note di una malinconica canzone, ballava leggera come una nuvola su quel palcoscenico ai confini di un’esistenza stentata.
Mentre la radio lasciava nell’aria le note di Hey Jude! Provai a scrivere una poesia di un’estate lontana, calda, come calda si sentiva la pelle sotto il sole. Ma la verità è che ci portiamo dentro chi non siamo riusciti a tenerci accanto.

Vincenzo Calafiore

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