Salute

Un antidepressivo a basso costo per combattere il Covid-19

Oltre alla forte attenzione per il miglioramento dell’efficacia dei vaccini contro il SARS-CoV-2, e le sue varianti in continua evoluzione, gli sforzi dei ricercatori sui farmaci per il trattamento dei sintomi multisistemici del Covid-19 sembrano dare buone speranze per una cura accessibile.

A questo bisogna aggiungere anche la gestione della cd. “sindrome long Covid” dovuta agli effetti post acuti, che si possono protrarre per molti mesi o addirittura cronicizzare. Essendo una malattia multisistemica non esiste un’unica medicina, ma bisogna trattare ogni sintomo distintamente: in gran parte dei pazienti è cruciale la gestione dello stress e del dolore cronico, inappetenza, disturbi neurologici. Oli di CBD Nordic Oil, integrazione di sali minerali ed esercizi riabilitativi entrano nella routine di convalescenza.

Da quando i pazienti Covid-19 hanno iniziato a presentarsi nelle cliniche e negli ospedali, medici e ricercatori hanno lavorato duramente per cercare di capire come trattarli. La maggior parte dei farmaci e dei trattamenti non ha funzionato, non producendo risultati scarsi o nulli in studi clinici su larga scala. Molti dei pochi che funzionano (ad es. gli anticorpi monoclonali) sono costosi e difficili da amministrare.

Un recentissimo studio pubblicato sulla rivista “The Lancet Global Health” sembra aprire uno scenario del tutto nuovo. Infatti, una ricerca condotta su 1500 pazienti brasiliani non vaccinati che avevano contratto il nuovo coronavirus ha permesso di rilevare che solo l’11% di quelli che avevano assunto l’antidepressivo fluvoxamina era stato ricoverato contro il 16% di chi non l’aveva assunto: ciò significa un terzo in meno  del rischio di ricovero ospedaliero. Inoltre, l’assunzione del ciclo completo ha ridotto enormemente i casi di morte.

L’utilità delle formulazioni farmacologiche degli antidepressivi con effetti su molecole presenti nel cervello, come serotonina e noradrenalina, hanno la capacità di ridurre i livelli nel sangue di interleukina 6, la sostanza che causa le reazioni infiammatorie spropositate ed i conseguenti danni al tessuto polmonare nei pazienti affetti da Covid-19. Per dovere di cronaca bisogna precisare che l’utilità degli antidepressivi per evitare l’intubazione non era una cosa nuova per il mondo scientifico, ma nessuno studio aveva finora preso in considerazione gli eventi su un numero così elevato di malati. Un altro fattore che gioca a favore della fluvoxamina per la cura dei soggetti infettati è il suo costo molto contenuto, nell’ordine dei quattro dollari americani, e il fatto di essere un farmaco non giovane che era già stato oggetto di nuovi approfondimenti che hanno dimostrato una buona tolleranza e un buon livello di sicurezza. A breve potrebbe entrare nei protocolli di cura per i pazienti adulti anche la pillola di Molnupiravir, ora in piena fase di approvazione in tempo reale da parte dell’ente europeo.

Redazione

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