Calabria

Covid-19 rallenta il contagio ma la prudenza non deve venire meno. Il primo weekend zona gialla ha evidenziato molta irresponsabilità

L’effetto vaccinale per evitare e ridurre il contagio Covid-19 sta producendo gli effetti sperati stando alle notizie che giornalmente si ascoltano attraverso tutti i mezzi d’informazione. Era quanto si augurava l’intero Paese. La strada da percorrere è ancora lunga per tornare a vivere in assoluta libertà come lo era pre Covid-19,  ma il traguardo è raggiungibile. Occorre stare sempre in “campana” per evitare delle ricadute e seguire i consigli dei sanitari.

Oltre la metà degli italiani non è stata ancora vaccinata con la prima dose, e la doppia somministrazione ha interessato ad oggi meno di dieci milioni di cittadini. In questo caso, la responsabilità di ognuno si trasforma nel vantaggio a favore della collettività.

Occorre rinunciare alla presunzione che Covid-19 contagi soltanto gli altri e usare tutti i mezzi di protezione. Il primo weekend è stato un vero fallimento della precauzione. Spiagge affollate, lungomare di ogni città intasato di persone come a una processione. Di fronte a tutto ciò, c’è chi continua a gridare liberi tutti: “il coprifuoco non ha più motivo di esistere”. Un’ora in meno di “libertà” lungo le strade o nei pubblici locali non è una condanna,  ma la salvaguardia della salute. Il Governo, sentito il parere dei medici esperti nel settore epidemiologico, predispone le modalità del ritorno alla normalità in maniera graduale. E lo sta facendo di continuo.

È questa la strada che occorre seguire per il bene della salute di tutti. Chi, per motivi elettoralistici, annuncia gridando che certi provvedimenti sono inutili, è come se dicesse: “le università per creare medici sono superate”.

L’economia è al collasso e si guarda alla prossima stagione estiva per iniziare la ripresa. Creare con aperture azzardate il prolungamento del contagio di massa, significherebbe riproporre l’evento negativo della passata stagione quando, tutti liberi, si sono create le condizioni per il secondo Lockdown, non certamente il bene di ristoratori e commercianti.         

Giuseppe Livadoti

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