Roma, presentato il decreto attuativo dell’oleoturismo

Olivo pianta sacra alla dea Atena, fico e vite a Dioniso. Probabilmente queste piante erano già presenti in Sud Italia prima della colonizzazione greca dell’VIII secolo a. C. ma, probabilmente furono le popolazioni greche a insegnare alla gente del posto una coltivazione più moderna. L’Italia possiede, ancora, la biodiversità più ricca del mondo e qualsiasi governo occupi una posizione apicale non riesce a capirne l’importanza, almeno con i fatti.  Ieri il senatore Dario Stefano assieme all’Associazione Nazionale Città dell’Olio ha illustrato alla stampa il progetto già iniziato nel 2017 nel quale finalmente all’oro verde viene attribuita la stessa importanza e dignità del nettare di Bacco.

Un risultato storico che molto deve al lavoro incessante del Senatore Dario Stefàno (Pd) da sempre attentissimo ai temi legati all’agroalimentare del nostro Paese.

Avevo assunto un impegno con i produttori olivicoli italiani – ha spiegato il senatore salentino nel corso dell’incontro con la stampa che si è tenuto nella sala dedicata ai Caduti di Nassyria – quando nel dicembre del 2017 avevamo approvato con la Legge di Bilancio l’emendamento che ha istituito l’enoturismo. Era pertanto un mio dovere, in questa legislatura, riuscire a portare a compimento questo progetto che riconosce valore a un segmento produttivo, quello dell’EVO, che vanta una forma di attrattività che cresce di anno in anno. Ora manca l’ultimo passo perché, come prevede la legge stessa, è necessario che entro tre mesi dall’entrata in vigore sia approvato il decreto attuativo. Continuerò a lavorare perché si giunga positivamente a completare il percorso”. “E’ una grande opportunità per tutti gli attori della filiera – ha sottolineato Michele Sonnessa, Presidente dell’Associazione – e ovviamente siamo estremamente grati al Senatore Stefàno per tutto quello che ha fatto e continua a fare per il comparto. È evidente che, per quanto ci compete, impiegheremo tutte le nostre risorse per ottenere il massimo risultato possibile che passa attraverso la promozione dei mille territori che caratterizzano la produzione olivicola del nostro Paese. Lo faremo attraverso il rispetto di alti standard qualitativi, la formazione dei player del settore, la definizione di una strategia nazionale, il rispetto della sostenibilità. E con il quid plus costituito da un Osservatorio nazionale che fornirà periodicamente tutti i dati necessari a migliorare questo percorso”. Non dimentichiamo che negli ultimi anni la produzione di olio italiano è aumentata grazie anche alle temperature che stanno cambiando e in zone nelle quali non si credeva possibile coltivare ulivi si raggiungono prodotti discreti. È giusto che gli italiani stessi capiscano l’importanza del made in Italy e che questo sia pubblicizzato e soprattutto acquistato. Diversi i produttori di vino che oggi si sono dedicati anche alla produzione di olio. Ci si auspica che i governi ne capiscano l’importanza.  

Redazione

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