Roma. Rilancio del Frascati secondo l’enologo Lorenzo Costantini

  Roma nell’antichità ha sempre utilizzato la coltura della vite come simbolo di civilizzazione nei confronti delle terre che venivano volta per volta conquistate. Ad un certo punto delle successive occupazioni i generali dell’esercito romano impugnavano un tralcio di vite per affermare la loro presenza e l’avvento della nuova cultura. Ad essere, però, i veri maestri della tecnica di produzione del vino restano i Greci. Per anni la regione Lazio è stata offuscata dall’idea che i vini prodotti nella loro area non fossero tra i migliori. Oggi ci sono 3 DOCG e 27 DOC, l’ultima arrivata Roma con la quale si spera di riaffermare la popolarità di un tempo, vista la diffusione della parola a livello mondiale.  Una voglia da parte degli addetti ai lavori di prendere il sopravvento, rispetto una storia che gli è appartenuta per secoli, è tangibile. L’enologo Lorenzo Costantini  segue  20 aziende nella regione Lazio e ne ha una sua: Villa Simone. “L’errore maggiore dei produttori di grappoli, durante il corso degli anni, è stato la vendita della uve e l’interruzione della produzione di vino. I vini vulcanici, in voga negli ultimi anni, sono presenti anche qui. La presenza di detriti del Vulcano Laziale ha creato strati di suolo interessanti e soprattutto ha innalzato colline diverse. Il frutto di una altura non sarà mai uguale a quello di un’latra. Si tratta di una ricchezza incommensurabile. La Malvasia del Lazio sembra aver trovato il suo habitat naturale e il suo spontaneo splendore. Gli albergatori e i ristoratori dovrebbero conoscere maggiormente il territorio che li circonda. Non è necessario oltrepassare il confine regionale per capire che il buon vino è presente anche qui. Il compito del Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati è di coordinare le attività delle cantine, migliorare il disciplinare, far raggiungere standard più elevati ai neoassociati”. “ La Malvasia del Lazio sprigiona sentori di mela golden e pera perché non sorseggiarla con un calice di buon Frascati?” Aggiunge l’enologo Michele Russo. È ora di recarsi nella Capitale non solo per le sue bellezze, spesso non conservate come meriterebbero, ma anche per assaggiare i nettari che la circonda.

Redazione

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