La Cnn ha scoperto che Donald Trump, attraverso le sue numerose società, negli ultimi 20 anni ha acquistato quasi 3.700 siti Internet e domini, molti dei quali oggi non funzionanti: quello che sorprende è che la finalità economica è solo una delle tante motivazioni alla base di questo shopping, che rivela come l’imprenditore americano fosse già intenzionato a scendere in politica ben prima della sua candidatura alla Casa Bianca che lo ha portato poi a essere eletto.
I giornalisti della Cnn hanno scoperto queste dinamiche prendendo in esame le registrazioni che sono state eseguite con la piattaforma DomainTools e i vari trasferimenti di domini annessi: hanno avuto modo di verificare, così, l’esistenza di siti prevedibili come TrumpBuilding, come TrumpOrganization o come DonalddjTrump, che è stato il primo a essere acquistato, con il .com, il 20 gennaio del 1997. Ma tra gli altri ci sono anche siti come NoMoreTrump, come TrumpMustGo o come VoteAgainstTrump, che in teoria avrebbero potuto essere utilizzati dai nemici o dagli oppositori dell’imprenditore e che invece, in questo modo, sono stati neutralizzati perché non più disponibili.
Quello che è stato messo in atto dall’attuale guida della Casa Bianca è stato un investimento economico di non poco conto, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che non tutti i siti sono stati nominati e creati ex novo: alcuni, infatti, sono stati comprati da altre persone, come è avvenuto nel caso di DonaldTrumpSuck, che è stato venduto a Trump da un nerd che, per altro, aveva dato vita anche a un sito porno raggiungibile tramite l’URL www.whitehouse.com (insomma, chi digitando questa stringa sulla barra degli indirizzidel browser pensava di capitare sul portale della Casa Bianca si ritrovava tra foto e video hot).
La notizia dimostra la lungimiranza di Trump non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista politico: con la sua campagna acquisti l’imprenditore ha impedito ed evitato la realizzazione siti web con nomi che avrebbero potuto ostacolarlo, ma al tempo stesso ha incrementato i propri affari e fatto crescere il proprio business. Lo testimonia l’esistenza di un sito come Trumponthebeachonline, che non parla minimamente dell’attività politica del presidente americano ma permette semplicemente di organizzare a Washington delle feste a bordo di mezzi speciali e autobus trasformati in limousine. Ancora più sorprendente è ChicagoTrumpLimo, che invece è dedicato alla vendita di t-shirt e magliette.
Tra i quasi 4mila siti web che sono stati comprati nel corso degli anni ci sono anche BiglyTumphands, SendTrumtothemoon e Trumpnopuppet, che mettono in evidenza come il businessman dai capelli discutibili sia sempre stato ben consapevole del personaggio controverso che si è costruito, ma anche conscio dell’importanza di una presenza massiccia sul web, che si concretizza nella decisione di togliere a contestatori e avversari il maggior numero possibile di strumenti di opposizione a loro disposizione.
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