Con lui c’era anche la moglie Maria Giovanna Siclari. I due si trovavano in una località della Costa Azzurra. Matteo Alampi, subito dopo la scarcerazione avvenuta nello scorso mese di marzo, al termine di un periodo di detenzione per associazione mafiosa, si era trasferito a Villefranche sur Mer, per sottrarsi alla notifica della sorveglianza speciale.
La Polizia giudiziaria di Nizza ed il Ros lo hanno rintracciato, notificandogli il mandato di arresto europeo emesso dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.
Matteo Alampi è considerato la mente imprenditoriale dell’organizzazione criminale, già capeggiata dal padre Giovanni Alampi, quest’ultimo tratto in arresto nel 2010 nel corso dell’operazione “Il crimine”, che ne aveva delineato il ruolo di capo del “locale” di Trunca, attivo nell’omonima frazione del capoluogo reggino.
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