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Il Testimonial Umberto Zanotti Bianco a Domenico Lucano sindaco di Riace

Pensare a Riace non significa solo associare simbolicamente una delle scoperte più importanti del ventesimo secolo, i due guerrieri tornati protagonisti, da ieri, al museo di Reggio con tutto il loro splendore e la potenza etica ed estetica di quella civiltà di cui siamo eredi. Nella Riace che sorge sulle alture e guarda il mare Ionio dove sono stati scoperti i Bronzi, è viva la parabola del mondo, fatta di poesia e di sofferenza, della potenza immaginifica insito nello spirito dell’uomo, ma anche dell’impegno di fronte alle profonde ingiustizie che gravano sul cuore della terra. Non è peregrino immaginare che a Riace si ripropone la rievocazione di una realtà mitica, nella sua accezione originaria, vale a dire di “racconto”, ma declinato in una nuova narrazione di ciò che aveva l’apparenza di utopia (siamo nel cuore dell’utopia con Tommaso Campanella): “La vera utopia non e’ la caduta del muro, ma quello che e’ stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa. Il vero miracolo non è qui, ma in Calabria, dove per la prima volta ho davvero visto un mondo migliore. Ho visto un paese capace di risolvere, attraverso l’accoglienza, non tanto il problema dei rifugiati, ma il proprio problema: quello di continuare a esistere, di non morire a causa dello spopolamento e dell’immigrazione. E ho voluto raccontare questa storia in un film che ha come attori i veri protagonisti”. Sono parole pronunciate dal regista Win Wenders, che nel  2009 a Riace ha girato un cortometraggio “Il volo”, ispirato alle esperienze di accoglienza dei piccoli comuni della Locride, intervenendo all’interno del X summit dei Premi Nobel per la pace organizzato nel Municipio Rosso di Berlino.

Il  viaggio di tanti disperati verso l’ignoto, si è trasformato in un approdo di “virtù e kanoscenza”, citando il noto passo del XXVI canto dell’Inferno di Dante dedicato all’esperienza dell’estremo viaggio (“folle volo” oltre le colonne d’Ercole) di Odisseo. Possiamo interpretare l’esperienza che è stata tradotta in questa cittadina, come un nuovo viaggio dentro i mondi che ognuno dei tanti migranti portano con sé e lo trasferisce e lo trasfigura nel nuovo linguaggio del mito come fondazione di una nuova religione dell’umanità, in cui i fatti umani sono la spiegazione di un sentimento che appartiene alla matrice più profonda di questa terra, quella dell’accoglienza e dell’ospitalità. Così come questo archetipo è stato la forza che ha generato e rigenerato l’opera materiale, culturale e spirituale di Umberto Zanotti Bianco, che ha dato vita ad una eredità diventata l’humus in cui piantare le nostre speranze, di una generazione che riconosce i principi fondamentali e i valori etici e spirituali, su cui si fonda l’esistenza e la dignità umana, universalmente riconosciuta.

Questa matrice ideale e spirituale, che coniuga pensiero, cultura e azione,  ha portato la Delegazione Vibonese di Italia Nostra, presieduta da Gaetano Luciano e in collaborazione con l’associazione culturale Alighistos, a conferire il “Testimonial Umberto Zanotti Bianco 2013” al sindaco di Riace Domenico Lucano, nella ricorrenza dei cinquant’anni dell’illustre meridionalista e scopritore della Magna Grecia. Lucano è stato capace di trasformare l’arrivo di tanti disperati alla ricerca d’asilo e di rifugio, in una grande opportunità di rinascita per Riace. La manifestazione di consegna si svolgerà nella Mediateca comunale della cittadina ionica, a partire dalle 17.00,  In anteprima assoluta avverrà la proiezione del docufilm “Bellezze e Rovine, il Mezzogiorno, l’Italia di Umberto Zanotti Bianco” (regia di Giovanni Scarfò, con Antonio Tallura,  Lavinia Mochi, Paolo Turrà e voce narrante di Pasquale Amato). “Il docufilm – spiega Scarfò – non ha soltanto un carattere commemorativo, ma costituisce l’occasione per riflettere su tutte le tematiche che Zanotti Bianco ha affrontato attraverso l’Animi, l’Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno, e che sono di grande attualità ancora. Oggi – continua il regista – dalle analisi sul Territorio, al problema del trasferimento degli abitanti, dopo una alluvione o un terremoto, la difesa e il risanamento del suolo, la sanità, la salvaguardia dei beni culturali, e soprattutto, l’istruzione, la cultura e la scuola, ritenuti da Zanotti Bianco i fondamenti della rinascita del Sud, soprattutto per trasformare in Cittadini la classe dei poveri”

A contrassegnare infine la manifestazione, la ballata “L’Italia ch’è dentro di me” eseguita dalla cantastorie Francesca Prestia (autrice delle musiche del docufilm)  accompagnata dalla pianista Fernanda Nudo.

Redazione

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