Aumento della burocrazia a carico del mondo agricolo

Il mese scorso la concessione da parte della Commissione europea della deroga richiesta dall’Italia in materia di nitrati aveva aperto spiragli positivi per l’intero sistema zootecnico di pianura, in particolar modo per quello lombardo. Ora che si conoscono alcuni dettagli operativi richiesti per l’applicazione della deroga, i commenti da parte degli esponenti del mondo agricolo sono decisamente meno entusiastici.

“Buone intenzioni iniziali, ma accompagnate da inutili aggravi amministrativi”: è questo il commento di Leonardo Bolis, presidente bergamasco e nazionale dei contoterzisti agrari. ABIA-Confai denuncia infatti un prossimo aumento della burocrazia a carico del mondo agricolo proprio come conseguenza della deroga comunitaria in materia di nitrati. “Per autorizzare l’innalzamento del limite di azoto da170 a 250 chili per ettaro all’anno nelle zone vulnerabili ai nitrati – spiega Bolis – l’Unione Europea ha imposto l’adozione di un sistema di tracciabilità dei trasporti rigoroso, quale quello basato sul gps. Fin qua tutto bene: gli imprenditori agromeccanici si sono da tempo dotati di apparati satellitari utilizzabili proprio a questo fine. Purtroppo, però, ci sono ulteriori aspetti, peraltro poco chiari”.

ABIA lamenta innanzitutto il fatto che, accanto alla tracciabilità garantita dalla nuove tecnologie, sia mantenuto un obbligo di compilazione di documentazione cartacea che rappresenta soltanto un’inutile duplicazione del carico burocratico.

“In fase di trasporto dell’effluente zootecnico – sottolinea il direttore di ABIA, Enzo Cattaneo – vi sarebbe l’obbligo di detenere un documento nel quale si specifica il quantitativo di liquami trasportato, nonché il relativo contenuto di azoto e fosforo. Senza ulteriore specificazione in merito, chi dovrebbe compilare una simile certificazione? E chi dovrebbe svolgere tali analisi chimico-fisiche? L’azienda agricola o l’imprenditore agromeccanico?”

I dubbi di interpretazione per ora irrisolti sono assai numerosi. “Basterà una sola analisi per ogni svuotamento delle vasche di liquame di un’azienda – continua Cattaneo – oppure ad ogni carico della botte bisogna svolgere una analisi?”.

Altro aspetto da specificare con maggiore chiarezza, per ABIA, riguarda il significato stesso di trasporto. Non è chiaro se il termine si applichi solo al caso in cui le botti con i reflui escano dall’azienda per circolare su strada oppure anche agli spostamenti interni tra i terreni di una stessa azienda.

Sul tema ABIA-Confai si è già rivolta alla Regione Lombardia perché elabori un’interpretazione univoca sull’applicazione di una norma europea cruciale per il futuro della nostra zootecnia.

Redazione

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