Gioia Tauro, Porto contro la crisi del transhipment ridurre accise e contributi società

Per anni è stato il principale hub di transhipment del Mediterraneo. Poi i transiti sono diminuiti e lo scalo è entrato in una crisi che ha portato alla cassa integrazione per oltre 400 dipendenti. La crisi, tuttavia, secondo il presidente dell’Autorità portuale, Giovanni Grimaldi, è legata alla crisi del transhipment a livello europeo e della portualità italiana. In una intervista Grimaldi propone di riservare alla programmazione dei singoli porti l’aumento dell’1% dell’iva prodotta dal porto stesso o di una quota parte. “Darebbe la possibilitàdi sapere subito l’entità delle entrate di cui l’Autorità potrà disporre. Sono provvedimenti urgenti e necessari per la sopravvivenza del porto, che altrimenti è destinato a soccombere”. Il presidente dell’Autorità va oltre nell’analisi e suggerisce che “la riduzione delle accise sui prodotti energetici già largamente praticata in Europa, comporterebbe una riduzione per le aziende di circa 4,5 milioni di euro. Altro provvedimento che può concorrere a risollevare le sorti del porto di Gioia Tauro è la riduzione del 45% dei contributi sociali delle società private, autorizzate ai sensi degli articoli 16-17-18 della legge 84/94, per esempio per un tempo limitato di 3 anni. E’ una misura importante per il nostro scalo, considerato che dei 18 mln annui di contributi sociali versati per i tre porti di transhipment ben 12 riguardano lo scalo calabrese. Si potrebbe ottenere un risparmio di 8,1 mln di oneri sostenuti dalle aziende che, verosimilmente, rinuncerebbero per lo stesso periodo ai licenziamenti. Non di minore importanza sono i costi dei servizi tecnico-nautici (ormeggiatori, rimorchiatori, pilotaggio), che nei porti di transhipment sono superiori del 25% rispetto a Port Said. Si potrebbe provare a liberalizzare il settore per creare concorrenza e quindi ridurre i costi. Per aumentare la competitività sarà realizzato il gateway ferroviario, di cui a breve sarà pubblicata la manifestazione d’interesse europea per costruzione e gestione, una strategica infrastruttura che permette al porto di essere inserito in un sistema intermodale per rispondere alla sua naturale vocazione”.

Redazione

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