Un’inchiesta che fa tremare la chiesa pugliese e che interessa il vescovo della diocesi di Trani, Giovan Battista Pichierri, insieme al vicario monsignor Savino Giannotti e all’economo della curia don Angelo Di Pasquale. Secondo l’accusa avrebbero tratto un ingiusto profitto dalla compravendita dell’antico palazzo nobiliare Brouquier D’Amely, proprio a fianco del palazzo vescovile di Trani, valutato 3 milioni di euro, prezzo inferiore di oltre il 50% rispetto a quello reale di quasi 6 milioni e mezzo. Stando alle indagini dalla Diocesi erano a conoscenza della grave situazione economica dei proprietari i quali erano stati costretti anche a chiudere l’attività di ristorazione all’interno del palazzo. Dunque il vantaggio della Curia è di carattere usuraio poiché i beni hanno un valore maggiore di quello pagato e il danno sarebbe stato commesso nei confronti di chi si trovava in un grave stato di bisogno. Dalla Diocesi spiegano che la proposta di acquisto è arrivata dai proprietari di palazzo Broquier e solo dopo diverse sollecitazioni il contratto è stato perfezionato. La Curia, dice il responsabile dell’ufficio stampa Riccardo Losappio, ha avuta una posizione ferma e trasparente “senza cedere a forme di ricatto”. Il vescovo si dice sereno, “gli atti”, spiega, “sono regolari”. L’antico stabile, nei progetti, dovrà ospitare una mensa per i poveri, alcuni uffici diocesani e una casa per la vita comunitaria dei sacerdoti.
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