Friuli Venezia Giulia

Protocollo per valorizzare opere militari in disuso in Fvg

La valorizzazione delle opere difensive in Friuli Venezia Giulia – in particolare quelle riconducibili all’epoca del ventennio mussoliniano e quelle realizzate dall’Esercito italiano in ambito della Nato nel corso della Guerra fredda – e, a tal fine, l’attivazione di un piano organico finalizzato alla preservazione e al riuso di questo patrimonio storico: questi gli obiettivi dello schema di protocollo di intesa tra la Regione Fvg, il ministero della Difesa, il ministero della Cultura, l’Agenzia del Demanio e le Università di Trieste e Udine che è stato approvato oggi dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore al Patrimonio, Sebastiano Callari.

In pratica si prevede la formalizzazione di una collaborazione tra i soggetti della filiera istituzionale per l’avvio di una serie di iniziative finalizzate alla salvaguardia e al riuso sociale, culturale e turistico delle strutture militari appartenenti a quelle determinate fasi storiche.

Come ha spiegato lo stesso Callari, si tratta di quel sistema di fortificazioni realizzato negli anni 30′ e 40′ conosciuto come ‘Vallo Alpino del Littorio’ e di quelle opere approntate nel periodo seguente del dopoguerra in previsione di un possibile attacco da parte del blocco orientale del Patto di Varsavia, distribuite sia sotto le montagne dell’Arco alpino sia mimetizzate nei centri urbani, in particolar modo nella Piana di Gorizia e nelle Valli del Natisone.

Nel dettaglio, lo schema approvato dall’Esecutivo regionale prevede una forma di collaborazione reciproca a livello interistituzionale con la messa a disposizione dei reciproci patrimoni informativi come presupposto per la progettazione improntate alla rigenerazione e al riuso. Al fine dell’attuazione del programma viene individuato un Comitato operativo che rimarrà in carica per tutta la durata del protocollo (3 anni). Infine, attraverso la stipula di successivi accordi attuativi i soggetti contraenti potranno porre in essere tutte le attività di propria competenza disciplinando tempi di esecuzione, risorse e competenze, oltre all’individuazione dei referenti scientifici dei singoli progetti.

Redazione

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