Cultura

Imparare a comunicare attraverso le immagini

Si dice spesso, sempre più spesso, che viviamo nella società dell’immagine. Certo, si tratta ormai di un luogo comune, ma spesso i luoghi comuni nascono da una verità di fondo frutto dell’osservazione della realtà e, quando una situazione diventa così frequente, vuol dire che quell’affermazione si basa su un concetto sul quale è il caso almeno di riflettere.

Un mondo in perenne connessione

Il contesto sociale in cui viviamo si è sempre evoluto: l’essere umano, con nuove scoperte e una serie di invenzioni ha sempre cercato di migliorare la propria condizione e la propria qualità di vita. Questo percorso ha subito un’accelerazione senza precedenti nell’ultimo ventennio, soprattutto a partire dalla nascita della rete internet e dalla diffusione capillare degli smartphone e della rete mobile. Tutto questo ci ha reso una comunità di persone che vivono in perenne connessione, col capo chino sul nostro device elettronico sempre pronti a inviare e ricevere mail, leggere messaggi e rispondere, giocare, scattare foto, navigare sui vari social e interagire con tantissime persone che si possono trovare anche dall’altra parte del mondo.

Imparare a comunicare attraverso le immagini

Tutto questo comporta l’esposizione di tutti noi a una immensa quantità di input quotidiani che rendono necessaria una grande capacità di processarli in modo estremamente rapido: la nostra mente è sempre più abituata a fare una prima velocissima valutazione di ciò che ci appare per poter stabilire in una frazione di secondo cosa sia meritevole della nostra attenzione e di un maggior approfondimento e cosa invece può essere trascurato. Cosa significa tutto ciò? Che più della comunicazione verbale, ma soprattutto prima di quest’ultima, è necessaria una efficace comunicazione visiva, che sia in grado di trasmettere un concetto, dei valori e delle sensazioni già dal primo sguardo. Ed è proprio sulla base di queste considerazioni che il mondo della comunicazione, intesa in ogni sua forma, ha sempre più bisogno di professionisti che sappiano scrivere con le immagini per aumentare la creatività. Portiamo come esempio la pubblicità: la prima cosa che vediamo, e che il nostro cervello processa nell’immediato, è quello che in quell’ambito si chiama visual, e che quindi deve avere la capacità di farci fermare a guardare quell’immagine, per poi approfondire il significato del messaggio pubblicitario, e magari leggere i dettagli. Ma questo vale anche per i social, e per la semplice comunicazione interpersonale che tutti noi effettuiamo semplicemente con un post, nel quale la prima emozione la trasmettiamo a livello visivo. Comunicare con le immagini non vuol dire essere superficiali, anzi, richiede un grande studio del target e una profonda conoscenza dell’estetica, soprattutto in relazione al contesto culturale in cui ci si muove.

Redazione

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