Politica

Boris Johnson consegna l’accordo sulla Brexit come regalo di Natale agli inglesi

Boris Johnson trionfa. “Abbiamo mantenuto le promesse, abbiamo fatto la Brexit, abbiamo ripreso il controllo del nostro futuro”, annuncia alla fine trionfante il premier britannico in un discorso televisivo alla nazione da Downing Street, dopo una telefonata con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che chiude il negoziato. “E credo che questo sia un buon accordo anche per i nostri partner europei, sarà anche nel loro interesse avere una Gran Bretagna contenta e prospera come vicino. Noi saremo il vostro alleato, il vostro sostegno e non dimentichiamo il vostro mercato”. Rimane solo da attendere la ratifica da parte del parlamento di Westminster, prevista per il 30 dicembre, e quella “retroattiva” di Strasburgo, che voterà in gennaio.

La sterlina ha guadagnato nei cambi sui mercati valutari e le borse sono salite. Quello concluso oggi regola invece le future relazioni fra Londra e Bruxelles, approvando un patto di libero commercio che evita di pagare dazi sulle merci. L’accordo copre anche la cooperazione scientifica, culturale e nel campo della sicurezza. Con la Brexit cambiano lo stesso molte cose, dal settore dei servizi, in particolare quelli finanziari della City, che non avranno più accesso diretto al continente, alla fine della libertà di movimento ovvero la possibilità di venire a vivere e lavorare liberamente in Gran Bretagna, e viceversa per i lavoratori britannici nei 27 paesi della Ue.

Diritti di pesca, norme sulla concorrenza e arbitrato di eventuali violazioni erano gli ultimi ostacoli, risolti con concessioni reciproche. La Brexit sarà lo stesso uno choc per Londra. Portare a casa l’accordo con la Ue non è stato facile.

Il capo negoziatore Ue per la Brexit Michel Barnier ha affermato nel corso della conferenza stampa che il “Regno Unito ha deciso che non parteciperà al programma Erasmus” e “ce ne dispiace”. Dall’anno prossimo gli studenti europei dovranno chiedere il visto e le rette universitarie raddoppieranno.

Chi arriva in Inghilterra per lavoro dovrà avere un visto, ottenibile solo se ha già un’offerta in tasca e un salario previsto di almeno 25.600 sterline (all’incirca 28 mila euro, meno solo in caso di lavori essenziali come nel settore sanitario). D’ora in avanti sarà più difficile riuscire a venire a Londra a fare i camerieri. I turisti non avranno bisogno di visto, ma sarà necessario il passaporto e non si potrà restare per più di tre mesi. L’accordo non copre però il settore finanziario.

Redazione

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