Spettacolo

Il 20 novembre Edoardo Bennato torna con l’album “Non c’è”

Napoli. «Vanno bene le canzoni di 45 anni fa e quelle di 10 insieme a queste di oggi: è il metodo scelto per avere un album con la sua identità».

Lo ha affermato Edoardo Bennato, collegato in videoconferenza digitale, alla presentazione del suo nuovo album “Non c’è”, in uscita venerdì 20 novembre.

«Sono 24 le canzoni di questo album – ha aggiunto – Era giusto ricantare “Bravi ragazzi” che sembra scritta oggi ma già nel 1974 accennavo al coprifuoco. Invece “Maskerate” l’ho scritta due mesi fa, e ci sono anche altri pezzi storici che si uniscono a quelli di oggi».

In “Maskerate” Edoardo Bennato utilizza le sonorità e la formula ritmica rock-blues della “prima ora” per esasperare lo scenario kafkiano, collodiano e orwelliano che ha contraddistinto questo 2020.

«Mio fratello Eugenio, all’indomani dell’esperimento “La realtà non può essere questa“, mi aveva spronato a scrivere un brano ‘bennatiano’, ritmico skizofrenico che stigmatizzasse lo scenario attuale ha confidato – Sono partito dalla tessitura ritmica di “Uno buono” del 1973 e da lì, a rotta di collo, verso la follia del rockblues e del rap in questo pezzo folle, irriverente e destabilizzatore».

Sono forti in questo album le due anime rock dell’artista: la versione della “prima ora” e quella strettamente attuale: Edoardo Bennato canta senza bavaglio le contraddizioni della società, il “mistero della Pubblica Istruzione”, l’universo femminile, sempre presente nella sua letteratura, e l’ironia “bennatiana” è attualizzata ed esasperata fino al paradosso.

«La feroce ironia su quella parte della nostra comunità è importante oggi – ha ribadito – Penso che all’università ci sia una infezione in tutte le facoltà, anche umanistiche, e non si assumono parametri giusti: oggi abbiamo un ministro della pubblica istruzione, ragazotta carina sì, ma ci vuole una esperienza immane in questo settore della cultura».

Bennato ha ricordato gli anni del suo debutto che non fu proprio fortunato.

«”Non farti cadere le braccia” fu censurato dopo la pubblicazione nel 1973 – ha rivelato – Mi dissero che era meglio se mi laureassi, cosa che feci; poi arrivò “Salviamo il salvabile” con atteggiamento punk nei confronti di una società completamente schizofrenica, mi misi a cantare per strada, accennavo anche uno sfottò ironico all’allora presidente della repubblica Giovanni Leone che si era macchiato di una grande colpa, di essere napoletano, come il governatore di oggi della regione Campania Vincenzo De Luca».

Eugenio Bennato si è brillantemente esibito anche in una parodia di De Luca e del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, un aspetto davvero gustoso del suo percorso artistico, da fare invidia ai più noti imitatori.

«La chiamiamo Italia questa nostra nazione ma è divisa – ha riflettuto – Io sono un uomo del Sud, che difendo, e sono propositivo e non posso essere complice delle invettive di oggi che fanno aumentare questo divario, oggi la situazione è degenerata, comica come il governatore della Campania che sembra la spalla di Totò».

“Non c’è” è anche il titolo del nuovo singolo.

«Dà buone vibrazioni – ha osservato – Il bambino del video è un personaggio di favola rock che si rifiuta di scendere a compromessi, non vuole avere rapporti con i manager e rifiuta di firmare i contratti: lo invidio, perché fin dalla prima ora, in strada io non cercavo il successo ma che venissero ascoltate le mie canzonette perché le scrivo per farle ascoltare agli altri e non per me».

Sempre tagliente e antirazzista il cantautore, come in “L’uomo nero”, con la partecipazione di Clementino.

«Quando ero bambino mi impaurivano con la frase … arriva l’uomo nero… per dissuadermi dal fare qualcosa: sono partito da questa minaccia, che canto insieme a Clementino, perché non è scontato sostenere che il colore della pelle non ci interessa, il razzismo è una infezione che fa presa nelle masse che sono spaventate».

In “Perché” Bennato si avvale della collaborazione di Morgan.

«Morgan è più pazzo di me, lo stimo molto, mi trovo bene con lui, è un genio: dice sempre delle cose giuste – ha confessato – In questo rock’n’roll è svitato, come quando sono arrivai scalzo a Milano a fare architettura: è grande e lo difenserò sempre».

Infine l’artista ha detto la sua sulla situazione italiana e mondiale del momento.

«Mi interessa il presente e il futuro – ha concluso – Mia figlia Gaia, 15enne, sta facendo lezione a distanza con il pc: la tecnologia ci aiuterà come ci ha aiutato a sconfiggere la poliomelite; noi supereremo gli ostacoli e non è ottimismo ad oltranza, ma è un dato di fatto, preciso, anche se il futuro mi preoccupa». È prevista per il 14 dicembre, dalle ore 17:30, la Virtual Instore Experience in cui Edoardo Bennato racconterà il suo nuovo lavoro discografico, si esibirà in una mini performance live e risponderà direttamente ad alcune domande avanzate dal pubblico via chat.

Franco Gigante

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