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Torino. Task force per la lotta al pellet non a norma

Una task force con 10 squadre in campo per passare al setaccio i materiali combustibili in vendita utilizzati per il riscaldamento, individuare ed eliminare dal mercato il pellet non a norma e di scarsa qualità, fonte di inquinamento atmosferico. È attiva grazie ad una sinergia fra Regione Piemonte, Arpa e Carabinieri del Nucleo forestale, protagonisti di una operazione congiunta, presentata in conferenza stampa a Torino dagli assessori regionali all’Ambiente Matteo Marnati e allo Sviluppo della montagna, Fabio Carosso. La combustione di pellet di scarsa qualità o illegale può portare ad un aumento delle emissioni di PM10 e di Ossidi di azoto fino al 50% superiori rispetto alla combustione di materiali apparentemente identici ma di fascia più alta. Sono questi i motivi dell’operazione congiunta tra tecnici dell’Arpa e Carabinieri del Nucleo Forestale per intensificare l’attività di controllo e campionamento del pellet destinato al riscaldamento. I controlli vengono effettuati solo presso i rivenditori. Pertanto, nessun privato riceverà a casa visite inaspettate da parte dei carabinieri o dei tecnici di Arpa. L’Agenzia regionale per l’ambiente nel frattempo ha completato il primo ciclo di controlli su caldaie e impianti termici, terminati il 31 dicembre 2019: su 144 apparati ispezionati in Piemonte, 47 nella provincia di Torino – per un numero complessivo di circa 3000 unità abitative in tutta la regione di cui 1100 nel territorio della Città Metropolitana di Torino – quasi la metà, circa 70, sono risultati non in regola per superamenti di emissioni di ossidi di azoto, mancata manutenzione ed errata o mancata contabilizzazione del calore. La sanzione è di circa 1.000 euro ciascuno. “Fino ad oggi è stato sottovalutato l’impatto delle emissioni da riscaldamento sulla qualità dell’aria – ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – In Piemonte il contributo alle concentrazioni di particolato PM10 del riscaldamento domestico a biomassa legnosa è di circa il 45% nel Comune di Torino e supera il 50% negli altri capoluoghi, e per questa ragione abbiamo deciso di intensificare il monitoraggio sulla qualità dei materiali utilizzati per il riscaldamento”. Secondo Arpa Piemonte, l’inquinamento prodotto da una caldaia domestica a pellet dipende sia dalla qualità del combustibile che dalle caratteristiche dell’impianto. “Quindici siti da oggi sono sotto controllo con 10 squadre in campo per la verifica e il sequestro del pellet – ha spiegato il Comandante Regione Carabinieri Forestali Piemonte, Benito Castiglia – L’obiettivo è fare campionamenti e controlli per la non rispondenza del prodotto, provenienza legale del prodotto finalizzato a contrastare il commercio illegale del legno e poi la frode commerciale. Un elemento fondamentale è il prelievo dei campioni a cui seguirà il riscontro analitico con Arpa”. “Il riscaldamento – secondo il direttore di Arpa, Angelo Robotto – ha un ruolo significativo nelle emissioni degli inquinanti in atmosfera. Tra i diversi combustibili la biomassa risulta di gran lunga quello maggiormente inquinante per quanto riguarda il particolato PM10. Se il metano e le biomasse sono equamente corresponsabili delle emissioni di ossidi di azoto, per il PM10 l’uso delle biomasse è preponderante in maniera quasi esclusiva. La diffusione delle stufe a pellet ha determinato una situazione di criticità per la gestione della qualità dell’aria, caratterizzata da un mercato e da un utilizzo incontrollati”. L’assessore allo Sviluppo della montagna Fabio Carosso è intervenuto a conclusione della conferenza. “La Regione è attenta all’ambiente e si sta concentrando sullo sviluppo di sinergie con Arpa e Carabinieri per il monitoraggio di questi materiali”.

Redazione

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