Crisi Governo, l’on. Giorgia Meloni (FdI): una raccolta firme per tornare al voto ed impedire un governo M5s-Pd

Crisi Governo, l’on. Giorgia Meloni (FdI): una raccolta firme per tornare al voto ed impedire il formarsi di un governo M5s-Pd La crisi di Governo dai risvolti imprevedibili come non mai a differenza delle crisi precedenti. Come si evince dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori (responsabili dei vari partiti) le vie che potrebbero mettere fine al tormentone estivo targato rottura dell’alleanza Giallo/Verde avvenuta per colpa di Matteo Salvini max responsabile della Lega, sono tre: nuovo Governo formato da M5s – Pd che sia di rottura con il precedente come afferma Zingaretti; ricomposizione dell’ex Maggioranza con un Presidente del Consiglio diverso da Giuseppe Conte; elezioni anticipate. Considerando ciò che afferma la Costituzione, cosa nota all’intero Paese, in particolare a chi fa politica istituzionale, sorprende il modo di chiedere le elezioni anticipate da parte della responsabile de FdI, Giorgia Meloni. L’onorevole Meloni vorrebbe indire una raccolta di firme per indurre il presidente della Repubblica a sciogliere le Camere, quindi, evitare un eventuale Governo M5s-Pd che sarebbe, secondo la Meloni, un tradimento nei confronti dei cittadini e del risultato elettorale uscito del 4 marzo 2018. In democrazia la raccolta di firme per ottenere, o cercare di ottenere, qualcosa non rappresenta un reato. Rappresenta, invece, demagogia elettorale quando certe iniziative, in questo caso la raccolta firme per le elezioni anticipate, vengono fatti ad orologeria. Il quattro marzo 2018 nessuna maggioranza è stata espressa dagli elettori per formare il Governo. L’accordo M5s-Lega è passato attraverso il tradimento di Salvini nei confronti del centrodestra di cui faceva parte anche FdI guidati da Giorgia Meloni. Allora nessuna “sommossa” di piazza né raccolta firme da parte della Meloni per denunciare il tradimento di Salvini nei confronti dell’elettorato di centro destra, semplice dichiarazioni di tornare al voto per dare la parola ai cittadini. Un eventuale Governo che si formerà, se si formerà, in questi giorni sarà legittimato a governare dopo aver ottenuto la fiducia dei due rami del Parlamento. Questo è ciò che afferma la Costituzione. Qualche migliaia di firme raccolte non possano indurre il presidente Sergio Mattarella, unico ad avere i titoli per lo scioglimento delle Camere, ad indire nuove elezioni.  

Giuseppe Livadoti

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