Proprio in questi giorni si è svolto nella splendida cornice dell’azienda Mazziotti a Bolsena (Viterbo) un dibattito tra le Donne del Vino, Maria Sofia Darè Biancolin presidente della Deutschland Sommelier Association, Paolo Pereira enologo e biologo, Veronika Crecelius giornalista e corrispondente per l’Italia della rivista tedesca Weinwirtschaft e Attilio Scienza, docente ordinario di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano per discutere sul cambiamento climatico e delle ripercussioni nella viticoltura. È noto ormai che il cambiamento climatico sia in itinere, pertanto è necessario che si apportino soluzioni risolutive alla viticoltura attraverso l’aiuto della genetica finalizzata alla creazione di nuove varietà. Fatto sul quale si discute poco è la dimenticanza per secoli della presenza di vitigni autoctoni a favore di uve internazionali dalla maturazione precoce. La soluzione del domani? Scegliere di coltivare viti adatte ai suoli e all’ambiente. È doveroso ricordare che l’Italia possiede una diversità di superficie e una presenza di microclima molto sviluppate rispetto la Francia. L’unica soluzione è ascoltare e seguire la natura in modo tale che essa stessa possa trovare il modo di sopravvivere e adattarsi come ha sempre fatto.
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