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Matera. Italcementi: “per l’Europa il pet-coke non è pericoloso”

In una nota Agostino Rizzo, Direttore Tecnico Italcementi, interviene sul dibattito in corso relativo alla cementeria di Matera. “Il pet-coke è un combustibile convenzionale largamente utilizzato nell’industrie e non rientra tra le sostanze ritenute pericolose dall’Unione Europea. Inoltre il pet-coke non è classificato come rifiuto, né tantomeno, come rifiuto pericoloso. Il suo stoccaggio, trasporto e consumo, che avvengono nel pieno rispetto di tutte le normative in materia, sono effettuati in modo controllato e sicuro.

Il REACH, Regolamento Europeo (CE) n.1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, il cui obbiettivo è assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell’ambiente, esclude il pet-coke dall’obbligo di registrazione. Come già ribadito più volte, dunque, il pet-coke è una risorsa energetica, principalmente utilizzata nelle cementerie di Italia e del mondo proprio perché le caratteristiche del processo produttivo del cemento e delle tecnologie utilizzate, ne garantiscono l’impiego senza nessun pericolo per l’ambiente e per la salute umana.

In merito alla proposta formulata nei giorni scorsi di utilizzare il metano come combustibile sostitutivo al coke, si precisa che l’utilizzo del metano non cambierebbe la qualità delle emissioni, che è invece dipendente dal tipo di processo e dai presidi ambientali utilizzati e – per questo aspetto – Matera ha prestazioni tra le migliori d’Europa. L’utilizzo del coke è, inoltre, utile nel processo di produzione del cemento per controllare alcuni cicli di alcali, funzione che il metano non potrebbe svolgere, creando problemi di funzionamento della linea produttiva.

La cementeria di Matera, anche grazie al recente revamping, conferma il proprio altissimo livello di prestazioni ambientali, grazie alla riduzione del 72% di polveri; del 95% di biossido di zolfo (SO2); del 50% degli ossidi di azoto (NOx); del 67% della somma di polveri (SO2 e NOx) e del 10% di Anidride Carbonica (CO2). Siamo pertanto di fronte a emissioni tra le più basse dell’intero settore.

Italcementi ribadisce, inoltre, che il rispetto dei limiti emissivi della cementeria di Matera è certificato da un sistema di Monitoraggio in continuo (24 ore su 24) delle Emissioni (SME) del forno di cottura e che è sottoposto alle verifiche previste dalla normativa (D.Lgs. 152/06), effettuate da laboratori esterni accreditati e da personale qualificato. La cementeria è soggetta anche ai rigorosi controlli i previsti dall’A.I.A. condotti da laboratori accreditati, i cui esiti sono trasmessi all’Autorità Competente.

L’azienda ricorda nuovamente che le attività previste dal Protocollo del 2011 sono state svolte in accordo con gli Enti preposti. In particolare, le centraline di qualità dell’aria sono installate dal 2013 e i dati sono regolarmente pubblicati, insieme ai dati delle emissioni dell’impianto, da Italcementi secondo regole ARPAB con link sul sito del Parco. I report delle attività eseguite per il Protocollo sono pubblicati sul sito di ARPAB.

Per quanto riguarda la cementeria di Matera, Italcementi sottolinea, ancora una volta, che le 53.000 tonnellate arrivate al porto di Taranto non sono stoccate nell’impianto, ma che in cementeria è portata e conservata in depositi chiusi e coperti solo la limitata quantità necessaria allo svolgimento dell’attività produttiva.

Infine, l’azienda conferma la propria disponibilità per coloro che fossero interessati a organizzare visite informative presso la cementeria di Matera”.

Redazione

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