Un’operazione che non c’è bisogno del Mago Otelma per codificarla, è fin troppo facile e il caso Padova rappresenta la cartina tornasole. Ciò che invece non appare ancora chiaro è l’obiettivo finale che l’ex Cavaliere vuole raggiungere. Costruirà una coalizione di centrodestra distante da qualsiasi altra coalizione o partito per riconquistare la guida del Governo? Oppure farà da “raccoglitore” dei moderati ancora distanti dal Pd per poi consegnarli a Matteo Renzi per la nascita del PdN (Partito della Nazione)?
Una coalizione di centrodestra senza l’apporto della Lega e dei FdI non va da nessuna parte e questo Berlusconi lo sa benissimo. Aprirebbe, invece, la strada per una sicura vittoria di Renzi alle prossime elezioni politiche che, indipendentemente dal risultato referendario, potrebbero esserci il 2017. Ciò considerando il fatto che l’attuale presidente del Consiglio non intende sentirsi rimproverare di continuo che guida il Governo senza essere stato votato.
Di fronte a questo scenario la reazione di Matteo Salvini per quanto è accaduto al comune di Padova è acqua che scivola dal corpo di Berlusconi senza bagnarlo. Il soccorso del Governatore della Liguria, Giovanni Toti, a sostegno della reazione di Salvini è una semplice formalità essendo Toti uomo di Berlusconi senza se, senza ma.
Si giustifica col fatto che governa la Regione Liguria con i voti della Lega. E se, come si sta notando in queste ore, tra il leader della Lega Salvini e il futuro coordinatore nazionale del centrodestra Arturo Parisi, stanno volando gli stracci e si insultano con le peggiori frasi, la rottura è insanabile.
E dopo Padova, scrutando l’orizzonte altre Giunte locali di centrodestra potrebbero cadere, lo ha detto lo stesso Salvini. Non c’è da meravigliarsi, rotture clamorose tra la Lega e Berlusconi si sono verificate anche in precedenza ed hanno provocato enormi danni al centrodestra. Fu proprio la Lega di Umberto Bossi, a fare cadere sul finire del 1994 il primo Governo Berlusconi. Tale rottura ha aperto le porte del palazzo ad un governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi (1996). Questa volta la rottura tra Lega e Berlusconi è avvenuta con i 2 partiti all’opposizione a livello nazionale ed è stato più facile. Il difficile arriverà quando si voterà alle politiche.
In campo, oltre alle 2 coalizioni di centrodestra e centrosinistra ci saranno altre coalizioni sia a destra, sia a sinistra, e il M5s.
I cittadini dovranno decidere tra: Centrosinistra, Centrodestra, Lega (da sola o alleata con FdI e qualche formazione di destra), Sinistra Italiana (ex Sel, fuoriusciti dal Pd e i vari partitini che si richiamano al partito comunista), M5s. Matteo Renzi e la diplomazia del Pd già al lavoro per accelerare la nascita del Partito della Nazione pensando alle prossime politiche.
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