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Messina, appalti truccati otto in manette

Soldi oppure di servizi come la ristrutturazione di case al mare in cambio di appalti truccati. Un sistema consolidato di turbative d’asta portato alla luce dalla sezione operativa della DIA di Messina nell’operazione Tekno coordinata dalla DDA peloritana.

Le gare, secondo quanto emerso da mesi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, bandite dal Consorzio autostrade siciliane, venivano manipolate per consentire alle imprese amiche di aggiudicarsele mediante intese fra imprenditori che presentavano in busta offerte concordate. Chi veniva escluso però rientrava ugualmente nel giro ottenendo subappalti ed impiego di mano d’opera e mezzi.

L’inchiesta ha portato all’arresto di otto persone tutte finite ai domiciliari. Si tratta dei dirigenti del Cas Lelio Frisone e Filadelfio Scorza degli imprenditori Giacomo ed Antonino Giordano di Messina, Francesco Duca e Rossella Venuto di Milazzo, Giuseppe Iacolino di Agrigento, e del consigliere del cda del Policlinico San Matteo di Pavia, Ettore Filippi Filippi di Lecce. Raggiunti dal divieto di esercitare attività imprenditoriale i messinesi Andrea Valentini ed Antonio Chillè. Le ipotesi di reato a vario titolo sono di turbativa d’asta, corruzione e istigazione alla corruzione.

L’inchiesta nasce l’aggiudicazione di un appalto sospetto da otto milioni di euro bandito il 9 maggio 2013 dal Cas per il servizio di sorveglianza attrezzata per le tratte autostradali Messina-Catania, Messina-Palermo e Siracusa-Rosolini. Le indagini fanno emergere la turbativa d’asta posta in essere da Frisone e dagli imprenditori Giordano, Valentini, Duca, Iacolino, Venuto e Chillè. Questi ultimi concordano le offerte da presentare e le percentuali di ribasso. La gara viene aggiudicata dalla Eurotel ma per l’esecuzione dei lavori, della manodopera e dei mezzi si avvale delle imprese che erano state escluse. Il tutto, emerge dall’inchiesta, con il benestare di Frisone. Quest’ultimo complessivamente avrebbe ottenuto come compenso dagli imprenditori messinesi Duca e Venuto somme di denaro per 100.000 euro e in più la ristrutturazione della sua casa di Acqualadrone. Il gip Maria Luisa Materia ha disposto nei suoi confronti un sequestro preventivo di beni per un importo pari alla somma che sarebbe stata intascata. L’altro funzionario del Cas Filadelfio Scorza è accusato invece di aver esercitato pressioni su ditte che si erano aggiudicate le gare affinché facessero lavorare anche le imprese escluse.

L’inchiesta è in piena evoluzione. Gli inquirenti stanno ancora scavando fra le carte di decine e decine di appalti banditi negli ultimi anni alcuni dei quali avrebbero dovuto garantire la sicurezza in quelle che molti considerano le autostrade più pericolose d’Europa sulle quali si sono registrati una serie infinita di incidenti mortali.

Redazione

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