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Pisa, il primo kebab a km zero nato dall’idea di Salim Mohammed

Come contrastare l’omologazione che ha visto nascere negli ultimi tempi a Pisa minimarket e negozi di kebab tutti uguali? Ci prova Salim Mohammed,  indiano originario del Bangladesh, in città da quasi 20 anni. A Pisa ha lavorato per molti ristoranti italani come cuoco e poi ha fondato, nel 2004, del ristorante Tandoori in piazza La Pera che a gestito fino al 2008. «Fino a pochi anni fa c’erano pochi negozi di kebab in Italia, forse perchè era difficile sfondare data la ricchezza della cucina italiana – spiega Salim – sono stato tra i primi a portarlo a Pisa non come doner-Kebab ma creando il Tandoori-Kebab, fatto con il Nan (il pane indiano, ndr) e da mangiare al ristorante»

Poi negli ultimi anni l’esplosione: nel centro di Pisa è quasi impossibile trovare una strada senza un venditore di kebab. Allora ecco l’idea di Salim: «Per fare il kebab tutti comprano la carne (quel grande pezzo che si vede cuocere e tagliare) dalla Germania, dove è prodotta dai turchi. Allora ho pensato al ControKebab:100% artigianale con prodotti del territorio. Come il controfiletto è l’altra faccia del filetto, così il ControKebab lo è del kebab»

Così per Salim è iniziata una nuova avventura nel suo locale in piazza Sant’Omobono. Il ControKebab di Salim è fatto di petto di pollo e tacchino del macellaio (gli animali arrivano da Livorno) e cotto direttamente sulla piastra. A condirlo verdure fresche del pisano, acquistate dai verdurieri della piazza. Il pane è fatto sul momento su speciali padelle indiane e si chiama Chapati. E poi alcune salse speciali, tra cui una al peperoncino verde fatta in casa. Si può prendere rustico, ossia con verdure grigliate, oppure classico: con verdure fresche. E presto arriverà anche Tikka, cioè con la carne marinata. E sulla bontà del panino basta parlare con gli avventori, come Francesco: «è buonissimo, appena l’ho scoperto l’ho consigliato ai miei amici»

«Ho iniziato a vendere il controkebab a settembre, e ho già raddoppiato la clientela. E non mi fermo qui – continua Salim – innoverò ancora creando altri kebab. E, per gli appassionati, aggiornerò la nostra pagina Facebook “ControKebab” con ricette sia indiane sia italiane». Ad aiutarlo anche la figlia Sadia che con l’amica Bianca Passaglia ha creato la nuova insegna del negozio.

«Un’incredibile capacità di innovare, sperimentare e riadattare la cucina in base al luogo dove si vive – commenta Sandra Capuzzi, assessore al sociale del Comune di Pisa – Un esempio di integrazione vera con una scelta controcorrente. Fa parte di quell’immigrazione che dà alla città un valore aggiunto»

Redazione

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