Un atto d’accusa fortissimo davanti a 700 mila persone in occasione del concertone. A lanciarlo non un avversario politico ma un cantante. Nel mirino l’ex sindaco di Firenze. Piero Pelù tra gli applausi della folla muove pesanti critiche al Premier e al suo mondo delle promesse. “Vogliamo lavoro…”. “Basta armi, basta violenze, c’e’ già la Nato che la stiamo pagando dalla fine della seconda guerra. Non vogliamo nuove armi che rubano soldi alla scuola e agli ospedali. Il nuovo arrivato, il boy scout di Licio Gelli deve capire che in Italia c’è un grande nemico: disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, ‘ndrangheta, camorra. La nostra è una guerra interna. Il nemico è dentro di noi. Gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Giovanardi….”.
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