L’accusa per l’imprenditore Notaris, già al centro di altre vicende giudiziarie, è di associazione a delinquere finalizzata al compimento di un’attività sistematica e organizzata di truffa ai danni di enti comunitari, statali e regionali, consistente nell’indebita percezione di contributi previdenziali a favore di lavoratori fittizi, nonché di fondi a sostegno dell’attività agricola (P.A.C. e P.S.R.), a fronte di attività agricolo-imprenditoriali mai realmente svolte.
Analogo provvedimento per il suo commercialista, Antonino Porcaro, per avere contribuito all’ideazione del presunto meccanismo criminoso, coordinando le attività del “gruppo” imprenditoriale, occupandosi della tenuta delle scritture contabili, dell’elaborazione di buste paga, CUD, modelli DMAG (Dichiarazione di Manodopera Agricola), DA (Dichiarazione Aziendale) e 730 e, in molti casi, alla materiale presentazione dei suddetti documenti presso gli enti ricettori, e svolgendo anche occasionali mansioni da compartecipe, provvedendo al reclutamento dei falsi contadini, al loro pagamento e al ritiro presso di essi dei contributi previdenziali indebiti.
Accuse formulate contro di loro dal sostituto procuratore Carlo Villani. A finire nei guai anche 458 braccianti agricoli, per ciascuno dei quali il magistrato ha aperto un fascicolo ad hoc, sulla scia delle conclusioni investigative tratte dalla Guardia di Finanza. Nell’inchiesta sono stati sequestrati anche beni per tre milioni di euro.
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