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La Biblioteca Nazionale Slovena trova spazi nel palazzo Trgovski dom a Gorizia

“Gli spazi magistralmente reinterpretati secondo gli standard contemporanei di riqualificazione architettonica sono segno dell’attenzione che si vuole dare a questa restituzione parziale dell’edificio alla comunità slovena e goriziana per la costruzione della comune casa europea”. Lo ha affermato l’assessore regionale al Patrimonio Francesco Peroni alla sottoscrizione della convenzione tra la Regione e la Biblioteca Nazionale Slovena (NŠK) che mette a disposizione di quest’ultima gli spazi nel palazzo “Trgovski dom” a Gorizia.

L’immobile fu progettato nel 1903 dall’architetto Max Fabiani e fu strutturato in modo tale da assicurare agli sloveni una ricca presenza di servizi. L’approvazione della legge statale n. 38/2001 (di tutela della minoranza linguistica), nello specifico l’articolo 19 della stessa, ha previsto che nell’edificio trovino sede istituzioni culturali e scientifiche sia di lingua slovena che italiana.

Dopo il trasferimento nel 2006 di alcuni locali dell’immobile dall’Agenzia del demanio (che rimane comunque proprietaria) alla Regione, quest’ultima ha progettato e ristrutturato i locali che saranno adibiti alla promozione della cultura e serviranno per esposizioni e riunioni.

Ricordando come la storia del palazzo rappresenti “per fotogrammi le vicende del secolo breve”, l’assessore Peroni ha sottolineato che l’attività culturale svolta nell’edificio “servirà alla pacificazione, al dialogo, alla fratellanza e alla comune costruzione del futuro”.

Nell’ottica della tutela e del riconoscimento dell’identità culturale della comunità slovena, la Regione ha investito significative risorse prima della firma della convenzione.

“Si tratta del primo passaggio – ha commentato l’assessore Peroni – riguardante la restituzione degli immobili alla minoranza slovena come previsto dalla legge n. 38/2001 che l’Amministrazione regionale intende perseguire con determinazione e consapevolezza”.

Ricordando come le biblioteche siano state nella storia spesso distrutte, l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti ha sottolineato come la riapertura dell’edificio sia motivo d’orgoglio e di gioia “non solo per la minoranza slovena, ma per noi tutti, poiché la storia di questa terra è mista e contaminata”.

Mentre l’iter della ristrutturazione dei locali è stato presentato da Livio Semolic e la presidente della Biblioteca Martina Strain ha ricordato il sacrificio di coloro che il palazzo l’hanno costruito, l’architetto Dimitri Waltritsch ha illustrato nel dettaglio il lavoro svolto.

Tra gli altri, hanno partecipato alla consegna degli spazi la senatrice Tamara Blažina, il vicepresidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec, il sindaco di Gorizia Ettore Romoli, la vicepresidente e l’assessore della Provincia isontina Mara Cernic e Vesna Tomšic, il prefetto di Gorizia Vittorio Zappalorto e i presidenti delle organizzazioni slovene, Rudi Pavšic e Drago Štoka.

Redazione

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