Eugenio Di Santo avrebbe preteso un braccialetto di diamanti del valore di tre mila euro dall’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto per la mensa dell’Istituto scolastico comprensivo del Comune, convincendolo ad incontrarsi per discutere del menù relativo ai bimbi affetti da celiachia. L’imprenditore ha sempre respinto le richieste illecite. Il sindaco ha anche offerto all’imprenditore l’alternativa di pagare una somma di danaro corrispondente al valore del braccialetto, somma da girare ad un giudice, che però è risultato essere un personaggio inventato.
Nel corso dell’ultimo incontro, Eugenio Di Santo, per farsi consegnare il denaro, ha fatto leva sulla provvisorietà del contratto d’appalto, di durata annuale, facendo capire all’imprenditore che avrebbe dovuto “ragionare in prospettiva”. Anche in questo caso si è visto opporre un rifiuto.
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