A confermare la protesta le segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, sottolineando che “le motivazioni risiedono principalmente nella fase di stallo in cui il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale si è venuto a trovare con le posizioni dalle nostre controparti, a oltre dieci mesi dall’inizio della trattativa, che rimangono distanti”.
“Ci rifiutiamo – affermano – di contrattualizzare elementi che possano snaturare l’impianto originario che, da tutta la comunità portuale nazionale, è stato fino ad oggi considerato un fattore importante per il rilancio dell’economia portuale fin dal 2000 e che dovrà esserlo anche per il futuro.
Con lo sciopero diciamo no anche al tentativo di smembramento dell’impianto regolatorio della legge sui porti 84/94 che produrrebbe effetti devastanti sull’organizzazione del lavoro e sul mercato delle imprese a spese dei lavoratori dei porti”.
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