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Aviaria, per l’uomo nessun rischio da alimenti, evitare psicosi

Dopo il primo caso di influenza aviaria che ha colpito un dipendente di una ditta di Mordano, in provincia di Bologna, segnalato il 28 agosto e certificato ieri dal ministero della Salute, in Emilia-Romagna “è pervenuta un’altra segnalazione di sospetta congiuntivite il 31 agosto che riguarda un lavoratore di 46 anni, e sono in corso le analisi di laboratorio che andranno comunque confermate dall’Istituto superiore di sanità”. In ogni caso, “in considerazione del numero di lavoratori esposti finora, le segnalazioni pervenute rientrano ampiamente in quanto era atteso dalle precedenti esperienze”.

A dichiararlo è l’assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, intervenendo questa mattina davanti alle commissioni Politiche per le salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini, e Politiche economiche, presieduta da Franco Grillini, convocate in seduta congiunta. L’assessore Lusenti invita comunque alla tranquillità: “L’H7N7 è uno dei ceppi meno patogeni per l’uomo, può riguardare solo i lavoratori esposti, non c’è possibilità, in quanto virus influenzale, di diffusione attraverso il consumo di alimenti contaminati, il ritiro è solo precauzionale, e anche la diffusione uomo-uomo è solo anedottica con un rischio bassissimo se non inesistente – sottolinea l’assessore –. L’incubazione dura al massimo 10 giorni, i sintomi più frequenti sono una forma lieve di congiuntivite, guaribile in 10 giorni, e una sindrome similinfluenzale lieve, abbiamo una ampia letteratura in materia per via di una epidemia di H7N7 avvenuta in Olanda nel 2003”. L’assessore alle Politiche agricole, Tiberio Rabboni, ha poi illustrato le strategie messe in campo a favore di un comparto che, ricorda, conta in Emilia-Romagna oltre 1.100 allevamenti per un numero stimato di 36 milioni di capi e che vale 600 milioni di euro per il settore avicunicolo e 320 milioni per quello delle uova. “Agli allevatori colpiti dalla malattia viene riconosciuto il rimborso del valore degli animali abbattuti al prezzo dei listini commerciali nazionali, il mangime stoccato in allevamento e le uova distrutte – spiega Rabboni -, e il ministero della Salute si è reso disponibile a valutare misure compensative come la sospensione dei pagamenti nei confronti dello Stato e la sospensione delle rate bancarie”. L’assessore ricorda poi che con due ordinanze della settimana scorsa “è stata prevista la sospensione su tutto il territorio regionale di mercati, fiere e concentramenti di animali delle specie sensibili, ed è inoltre sospeso temporaneamente l’impiego nella caccia di uccelli da richiamo”, mentre non è invece in programma “la sospensione complessiva della caccia”. Come informano i tecnici competenti, l’ipotesi più plausibile è che l’arrivo dell’epidemia sia dovuto alle anatre in migrazione, che avrebbero contaminato i parchetti esterni dove di giorno razzolavano le galline da allevamento, e da lì il virus si sarebbe poi trasmesso sia con il trasporto delle uova che con una probabile diffusione aerogena. Ipotesi, però, che non convince affatto il consigliere Mauro Manfredini (Lega nord): “Mi sembra una barzelletta, chiunque sa che le anatre hanno abitudini completamente diverse da quelle descritte”. Per Andrea Defranceschi (M5s), “c’è a monte un errore notevole dal punto di vista epidemiologico da parte della Regione, che ha diminuito l’intensità dei controlli”, mentre sia il presidente Grillini che il consigliere Luca Bartolini (Pdl) sottolineano “l’importanza di opportune campagne di informazione per tranquillizzare i cittadini sull’assenza di rischi per il consumo, altrimenti il rischio è una nuova psicosi con il conseguente crollo economico del settore”. Gianguido Bazzoni e Mauro Malaguti (Pdl) invitano entrambi a “rivedere la struttura logistica del settore, magari attraverso dei finanziamenti europei che agiscano da incentivo, perché si sono rivelate evidenti alcune carenze, tra cui la mancanza di compartimenti stagni”. Tiziano Alessandrini (Pd) loda “i servizi della Regione che hanno dimostrato una grande efficienza, ora bisogna occuparsi delle conseguenze economiche sul settore, senza ricorrere però a soluzioni demagogiche dovute ad eventuali allarmismi ingiustificati”.

Redazione

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